Napoli, mercoledì 6 marzo 2024 – Il Napoli di Calzona non ha intenzione di fermarsi. Al netto di qualche disattenzione in difesa, la vittoria contro la Juventus ha lasciato in dote 3 punti importanti. Il successo sui bianconeri, il prossimo impegno di campionato contro il Torino, in programma venerdì 8 marzo, e il decisivo ottavo di ritorno di Champions League contro il Barcellona i temi della quarta puntata di ‘Legends – Ci vediamo a Napoli’, serie prodotta dalla Media Company Nexting e da Sportface, in onda su Sportitalia (canale 60 del digitale terrestre), in replica su Napoflix (canale 86 del digitale terrestre) e on demand sulla piattaforma Sportface TV (tv.sportface.it).
La puntata, andata in onda eccezionalmente martedì 5 marzo, ha visto la padrona di casa, Jolanda De Rienzo, assieme ai suoi compagni di viaggio, Alessandro Renica e Raffaele Di Fusco, accogliere due ospiti d’eccezione: Giuseppe Bruscolotti, storico “Palo ‘e Fierro”, e Roberto ‘El Pampa’ Sosa, l’ultimo calciatore ad aver giocato e segnato indossando la maglia numero 10 del Napoli prima del ritiro in onore di Diego Armando Maradona.
“La vittoria con la Juve ha reso molto felice me e i napoletani che sono in tutto il mondo”. Così Giuseppe Bruscolotti, che da buon difensore non si è poi tirato indietro quando si è trattato di analizzare la fase arretrata degli azzurri: “L’anno scorso mi identificavo in Kim, ma quest’anno, con tutto il rispetto, meglio non fare paragoni con i difensori del Napoli”. Tanti errori che, secondo ‘El Pampa’ Sosa, sono dovuti ad una mancata preparazione: “Purtroppo oggi ci si allena molto meno di una volta nella fase difensiva. Sul colpo di testa di Vlahovic, la posizione del corpo di Rrahmani è totalmente sbagliata”. Non è mancato un paragone tra l’attaccante bianconero e Victor Osimhen. “Sono due attaccanti fortissimi – ha sottolineato Sosa –. Nel Napoli dello scudetto Osimhen ha fatto 26 gol e sono convinto che il serbo avrebbe fatto lo stesso. Se devo dire in chi mi rivedo di più, dico Vlahovic”. A decidere la sfida è stato però Raspadori, che secondo Bruscolotti “è stato fondamentale, d’altronde lui stesso ha detto a Calzona che pur di giocare si metterebbe ovunque”.
Ad attendere i partenopei c’è ora la sfida al Torino. “Una squadra difficile da affrontare – l’opinione di Alessandro Renica – e contro la quale sarà necessario porre rimedio ai tanti errori commessi contro la Juve. Vincere è importante per non condizionare la corsa Champions”. Dichiarazioni alle quali fanno eco quelle di Raffaele Di Fusco, che dei granata ha vestito anche la maglia: “Si tratta di una formazione rognosa da affrontare, che non ti fa giocare, anche se ha avuto parecchie difficoltà ultimamente. Ma, proprio per questo, non sarà facile, anche grazie alla carica del suo allenatore. Poi c’è sempre lo ‘spirito Toro’: io ho giocato nell’ultimo Torino che ha vinto e, soprattutto quando ci allenavamo al vecchio Filadelfia, si sentiva davvero”.
La partita contro i granata sarà la prova generale per quello che è l’appuntamento più importante della stagione del Napoli, il match contro il Barcellona, le cui tante assenze non lasciano tranquillo Bruscolotti: “Parliamo di un grande club, che giocherà per vincere subito la partita, come ha fatto all’andata (finita 1-1, ndr). Il Napoli dovrà stare attento e saper approfittare di qualche ripartenza. Loro spesso hanno subito gol in contropiede quest’anno“. Chi sembra crederci è Alessandro Renica: “Spero che il Barcellona sia molto presuntuoso e che Osimhen sia in una grande condizione. I blaugrana in Liga hanno subito molto nelle ultime gare casalinghe, chissà che non possa andare ancora così”.
Nel corso della puntata non è mancato il momento amarcord, con protagonista Diego Armando Maradona, insignito della fascia di capitano del Napoli proprio da Bruscolotti: “Inizialmente era preoccupato, ma quando sentì che sarebbe stato lui il capitano del Napoli sorrise e mi abbracciò felice”. Diego è sempre stato il Napoli e con il Napoli, nel successo ma anche nel periodo più buio, in quel caso attraverso la magia del suo numero di maglia, il 10, di cui Sosa è stato l’ultimo possessore: “Il numero 10 che ho portato sulle spalle per l’ultima volta? Prima di arrivare dissi subito che avrei voluto indossarlo. La Serie C mi faceva paura, ma una volta accettato di lasciare Udine ho detto a Marino che l’avrei voluto. E così è stato”.