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Per un’Italia che vince ed esulta, c’è un Sud Africa in piena crisi. Un vero e proprio psicodramma. La sconfitta contro gli azzurri fa rumore, tanto, per una squadra che rischia di passare alla storia come la meno vincente di tutta la storia del rugby nazionale. Giocatori smarriti, un tecnico sulla graticola, un paese intero che chiede la loro testa.
Ieri, al termine del match contro gli azzurri perso con il punteggio di 20-18, il commissario tecnico Allister Coetzee aveva detto con un pizzico di cattivo gusto: “Con tutto il rispetto per l’Italia, ma non possiamo perdere contro una squadra come la loro”. Oggi, è ancora lui nel mirino di stampa e appassionati. Coetzee è accusato di aver costruito una squadra senz’anima, capace di sconfitte clamorose come quella contro il Giappone in Coppa del Mondo e, appunto, quella contro l’Italia. In più, la tournée autunnale era già iniziata con una sconfitta (sabato scorso contro l’Inghilterra), mentre la sfida contro il Galles della prossima settimana potrebbe essere decisiva per le sorti degli Springboks e del loro allenatore.
“Non mi sento messo in discussione – ha detto Coetzee -, non è vero che ho un brutto rapporto con lo spogliatoio e non ho alcuna intenzione di dimettermi. Il mio eventuale allontanamento è una decisione che spetta esclusivamente alla Federazione, ma ora non è il caso di parlarne”.
Sarà, ma la sconfitta di ieri ha seriamente messo in dubbio la sua presenza sulla panchina degli Springboks nelle prossime apparizioni. I quotidiani sudafricani (come il Sunday Independent e il Sunday Times) hanno parlato di una squadra sulle gambe, del momento peggiore della storia sportiva della nazionale, di un futuro senza alcuna prospettiva. Il capitano Adrian Strauss ha chiesto scusa all’intero paese per la prestazione offerta contro l’Italia. Ma basterà a riportare la calma nello spogliatoio?