La Nazionale femminile di calcio sfiderà domani a Bristol la Corea del Sud nella terza giornata dell’Arnold Clark Cup. “Vorrei vedere un approccio determinato fin da subito – ha dichiarato la ct Milena Bertolini alla vigilia del match – Con l’Inghilterra abbiamo molto patito il contesto in cui ci trovavamo ma era normale fosse così, quindi domani servirà una maggior cattiveria agonistica e più attenzione. Bisogna crescere e migliorare, non si può prendere un gol dopo aver appena fatto il pareggio, di fatto fermandoci, come invece è avvenuto nell’ultima nostra partita”.
Sulla Corea: “Contro l’Inghilterra ha avuto un atteggiamento estremamente passivo e ha rinunciato a giocare mentre col Belgio, avendo meno timore reverenziale, se la sono giocata più alla pari ed è stata una partita molto combattuta dove erano anche andate in vantaggio – ha aggiunto Bertolini – Loro sono una squadra molto dinamica, di corsa e rapidità, con giocatrici molto tecniche, che magari non hanno la fisicità di Belgio e Inghilterra, ma hanno grande ordine tattico ed attenzione”.
“In questo momento non stanno arrivando le vittorie ma dobbiamo lavorare sempre e domani l’atteggiamento che dovremmo avere è quello di andare alla ricerca della vittoria con agonismo e cattiveria sportiva – ha evidenziato Bertolini – Su quest’ultimo aspetto dobbiamo crescere tanto, così come anche sulla capacità di rimanere attente e concentrate per tutta la partita”.
“Quando si perde, l’umore non è dei migliori ma questo è un gruppo di ragazze che ha dei valori importanti e riesce a riconoscere nella sconfitta le cose fatte bene e quelle fatte male – ha spiegato la ct – Si lavora sugli aspetti positivi, sulla prestazione e sulla crescita. Le vittorie mancano a tutti e da quel punto di vista dobbiamo invertire la rotta”.
Infine, Bertolini ha commentato la Panchina d’oro per il calcio femminile conquistata ieri a Coverciano da Josef Montemurro: “Sono felice per lui e personalmente l’ho votato perché ha fatto una grandissima stagione vincendo tutto, ed ha conquistato i quarti di Champions League con la Juventus. Inoltre, ha portato una mentalità ed un modo di fare calcio un po’ diverso rispetto a quello che abbiamo noi in Italia, un qualcosa di nuovo che per chi lo riesce a recepire può consentire una contaminazione. A differenza del maschile poi, dove vince la Panchina d’oro chi vince lo scudetto, nel femminile si vota l’allenatore che si ritiene più bravo e questo spesso non è chi vince”.