Novak Djokovic ha vinto, ancora una volta. Il tennista serbo ha concluso quello che è stato forse l’anno più difficile della sua carriera nel migliore dei modi, facendo quello che gli riesce meglio: vincere. Nole ha conquistato un successo da record a Torino, vincendo per la sesta volte le Atp Finals (eguagliando Roger Federer) e diventando il tennista più anziano a riuscire in questa impresa. Lo ha fatto portando a casa il titolo all’età di 35 anni e 182 giorni, ma ciò che sorprende è che ci è riuscito con una facilità disarmante. E’ un Novak pigliatutto quello che si è imposto per la prima volta al Pala AlpiTour, da imbattuto: 5 vittorie su 5, un solo set perso ed una palese superiorità manifestata in campo. Emblematica la vittoria contro Daniil Medvedev in un match inutile ai fini del torneo, con il serbo già qualificato e certo del primo posto ed il suo avversario già aritmeticamente eliminato. Nole ha però mostrato una voglia di vincere fuori dal comune ed è rimasto in campo oltre tre ore per imporsi.
Un successo speciale che arriva davanti agli occhi dei suoi due figli, Stefan e Tara, i quali gli hanno dato senz’altro una motivazione extra. Djokovic ha spiegato a più riprese l’importanza dei suoi bambini sugli spalti e cosa vuol dire giocare a tennis davanti ai loro occhi sognanti. D’altronde parlano chiaro i suoi abbracci ed i suoi sorrisi a fine match. Il serbo vince e ribadisce ciò che un po’ tutti hanno pensato in questa seconda parte di stagione: quando lui è al meglio, non ce n’è (quasi) per nessuno. Il ranking Atp premia giustamente Carlos Alcaraz, che ha disputato una stagione notevole e merita il primo posto. L’impressione è che al momento, però, il più forte sia ancora Djokovic. A suggerirlo sono proprio le classifiche, che vedono Nole al quinto posto a quota 4820 punti, duemila in meno dello spagnolo (curiosamente proprio quelli non assegnati dopo la vittoria di Wimbledon). Il serbo, tuttavia, non ha preso parte all’Australian Open, né a ben quattro Masters 1000. Un risultato clamoroso che fa tremare tutti i tennisti in vista del 2023, anno in cui l’uomo da battere si prospetta essere proprio il giocatore di Belgrado.
Così come è giusto elogiare il vincitore, è giusto anche rendere onore allo sconfitto. Merita infatti tanti applausi Casper Ruud, che vede volgere al termine la miglior stagione della sua vita. Due finali slam (Roland Garros e US Open), la finale delle Atp Finals e la finale del Masters 1000 di Miami: il minimo comune denominatore, purtroppo per lui, è la sconfitta. Il norvegese è stato bravissimo a farsi largo fino all’atto conclusivo dei rispettivi tornei, ma non è mai riuscito a piazzare la zampata finale. C’è da dire che ad infliggergli i k.o. sono stati tre fenomeni come Alcaraz (due volte), Nadal e Djokovic; fatto sta che il tennista scandinavo non è apparso ancora pronto per quel (difficile) salto di qualità. Non va dimenticato però che Ruud è attualmente numero tre del mondo e ad inizio stagione in Australia difenderà pochissimo, ergo avrà l’opportunità di migliorarsi ulteriormente. Nonostante questa sconfitta amara (specialmente perché non ha mai neppure dato la remota impressione di poter impensierire Djokovic), Casper chiude un 2022 da sogno dal quale ripartire. Occasioni del genere ricapiteranno? Purtroppo non lo si può dire con certezza. Ma Ruud ha appena 23 anni e la sua carriera è ancora molto lunga oltre che, apparentemente, rosea.
Si chiude dunque con il successo del favorito una settimana di grande tennis a Torino, che per il secondo anno di fila ha ospitato il cosiddetto “quinto slam”. Gli spettatori del Pala AlpiTour possono ritenersi soddisfatti per aver assistito alla storia del tennis che si è fatta nel capoluogo piemontese, nonostante una finale a senso unico. Malgrado il match sia durato circa un’ora e mezza, di fatto non c’è stata storia e Djokovic ha fatto ciò che voleva. Si è trattato comunque di un incontro gradevole, pieno di scambi prolungati e di tennis di buon livello. Ora è tempo delle Finals di Coppa Davis, ultimissimo appuntamento della stagione, prima di una meritata pausa. La classifica Atp è comunque definita e sarà questa la situazione da cui si ripartirà nel 2023. Dopo Malaga, in arrivo un mese di pausa assoluta prima di ripartire con i primi appuntamenti in Australia, ovviamente nel segno di Novak Djokovic.