Il Napoli umilia la Juventus. Doveva essere un combattuto scontro al vertice tra la prima e la seconda in classifica, distanti comunque sette punti, ma la capolista se ne va e la distanza vista in campo è stata netta per diversi motivi, con qualche attenuante per i bianconeri, ma con la consapevolezza per i ragazzi di Spalletti che lo scivolone di Milano con l’Inter è stato soltanto un incidente di percorso e che la manita di stasera dice tutt’altro. Che questo Napoli è un meccanismo quasi perfetto, che ha gli interpreti giusti nel posto giusto, che il manico a guidarli, nervoso negli ultimi giorni, è finalmente pronto a prendersi la rivincita di un’intera carriera. Adesso non ci si può nascondere, questo Napoli supera un esame importante e per Luciano lo scudetto non è più un miraggio ma un obiettivo concreto e alla portata, a patto ovviamente di continuare su questa strada.
Al Maradona finisce 5-1, un punteggio di proporzioni ampie per quanto visto per un’ora, favorito dagli incredibili errori di un disastroso Bremer, che si fa scherzare da un Osimhen ormai diventato attaccante di razza e contribuisce con i propri gravi errori alla pesante sconfitta. La manita è firmata oltre che dal nigerano anche da Kvaratskhelia, che torna finalmente al gol e polemizza coi tifosi, Rrahmani in un gol col giallo del cambio di Locatelli non effettuato, da Elmas che dimstra di essere sempre tra i più in forma, un dodicesimo di lusso. Per sua sfortuna, e per la fortuna del popolo azzurro, gli undici titolari giocano tutti una partita meravigliosa destinata a restare impressa a lungo.
Che comunque è più frutto dei meriti del Napoli che dei demeriti di una Juventus deludente nell’atteggiamento, che ha giocato la stessa partita di Cremona nelle idee (poche) e nell’atteggiamento sparagnino, non replicando quanto visto nel finale con l’Udinese. Per Allegri, evidentemente, da queste parti bastava il compitino, e i giocatori non dimostrano la giusta personalità. Una sconfitta che non distrugge le otto vittorie precedenti, che non può scalfire troppo le consapevolezze di una squadra che era arrivata piena di fiducia e che invece torna con le ossa rotte. Il Napoli, al momento, è semplicemente più forte e la Juve deve fare il suo campionato, sperando a fine stagione che gli attuali dieci punti di distacco in classifica si siano trasformati in qualcosa di altro. In ogni caso, come ha già detto Allegri, che inevitabilmente tornerà sulla graticola, così come Bremer e un paio di altri interpreti, l’obiettivo primario è consolidare un piazzamento tra le prime quattro, per l’ennesima ricostruzione, stavolta anche societaria.