La Stanley Cup è crudele e lentamente, 15 squadre vengono eliminate e una sola trionferà in una notte di giugno. I tifosi dei St.Louis Blues hanno visto l’ultima speranza spegnersi a San Jose nella gara 6 della finale di Western Conference ma, nonostante il sogno infranto sul più bello, l’avventura dei Blues è stata significativa.
Quarti di finale di Western Conference: St.Louis Blues – Chicago Blackhawks (serie terminata sul 4-3)
La cavalcata dei Blues prese avvio da questi quarti di finale definiti “tremendi” per il semplice fatto che pronti via ci si ritrovava ad affrontare i campioni in carica dei Chicago Blackhawks. I Blues non hanno avuto assolutamente paura ed hanno affrontato gli Hawks a viso aperto mettendo in mostra le straordinarie doti del maghetto russo Vladimir Tarasenko, indiscusso mattatore della serie. Capitan Backes ha iniziato a segnare goal importanti ed a “ruota” hanno seguito i vari Fabbri (esordiente), Steen e Schwartz. Nella serie contro i Blackhawks ha potuto esaltarsi anche Brian Elliott che si è mostrato sempre il migliore sul ghiaccio riuscendo ad innalzare le prestazioni sopra la sufficienza anche nelle serate in cui Chicago ha avuto la meglio sul piano del risultato. L’unico momento di paura fu quel periodo che intercorse tra il Game 5 ed il Game 6 dove gli Hawks riuscirono a vincere all’overtime a St.Louis per poi strapazzarli in casa per 6-3. Il caso però volle che nella “fatidica” gara 7, l’ex Troy Brouwer segnasse al terzo periodo per condannare Chicago e far esultare coach Ken Hitchcock con la celebre frase: “Ora potete star zitti perché noi esultiamo e ci prendiamo dei giorni di pausa. Poi potremo tornare a sentirvi con il solito “ora siete spacciati”.
Semifinali di Western Conference: Dallas Stars – St.Louis Blues (serie terminata sul 3-4)
Dopo i festeggiamenti per la vittoria sui Blackhawks ai Blues spettava il compito di eliminare i campioni Central Division (di questa season), i Dallas Stars. A differenza del primo turno i Blues iniziarono in trasferta e con una sconfitta per 2-1 dolorosa ma molto stimolante per il proseguo della serie. Di lì St.Louis iniziò a metter in seria difficoltà i texani tanto che coach Lindy Ruff (Stars) andò in crisi con la scelta dei portieri cambiati più volte nei match contro i Blues. Un reparto offensivo straripante quello di St.Louis che segnava tanti goal ma allo stesso tempo ne prendeva diversi abbastanza “stupidi” per errori individuali regalando gare importanti come il Game 6 in casa con la possibilità di chiudere anticipatamente la serie. Anche in questo caso si arrivò in gara 7 ma con un risultato ed un gioco totalmente diverso. All’American Airlines Center non ci fu partita perché i St.Louis Blues dominarono per tutti i 60 minuti candidandosi seriamente alla vittoria del titolo di Conference dopo anni da “eterna incompiuta”.
Finale di Western Conference: St.Louis Blues – San Jose Sharks (serie terminata sul 2-4)
E’ qui che si parla di “sogno interrotto sul più bello” ed è qui che accade l’inspiegabile. La produzione offensiva incredibilmente s’inceppa e Vladimir Tarasenko rimane a secco di punti per 5 partite di fila. Tutta la squadra ne risente ed i Blues perdono la finale in sei gara con soli 13 goal segnati non riuscendo a marcare il tabellino in gara 2 e gara 3. Brian Elliott ha iniziato a mostrare i primi cali di condizione tanto che coach Hitchcock fu costretto ad impiegare per due partite di fila il backup Jake Allen. Un risultato doloroso ma che comunque certifica la crescita dei Blues che quest’anno son arrivati a sole due vittorie di distacco dalla qualificazione alla finalissima di Stanley Cup.
Abbiamo visto tante cose positive da parte di St.Louis perché tralasciando le cinque gare dove non è riuscito a scrivere il suo cognome a referto, Vladimir Tarasenko ha guidato i suoi sia contro Chicago che contro Dallas. Abbiamo visto un David Backes finalmente decisivo con dei goal pesanti soprattutto in overtime. Abbiamo potuto apprezzare anche un giovanotto come Robby Fabbri alla prima esperienza nella NHL far punti come Patrick Kane nella stagione da “rookie”. La difesa ha lasciato a desiderare perché escludendo Colton Parayko (altro esordiente con un buon impatto) Alex Pietrangelo e Kevin Shattenkirk spesso son stati autori di errori individuali e madornali che hanno condannato la squadra alla sconfitta o comunque ad inseguire un risultato reso difficile. Per Brian Elliott a “metà playoff” già si parlava di probabile nomina per il Conn Smythe Trophy ma l’esperto portiere non è riuscito a rendere in finale di Conference come nelle due precedenti serie. Ed ora son 46 anni di fila che St.Louis non vede la finalissima di Stanley Cup, nella stagione delle “sorprese” con le big fuori, i Blues cestinano una grandissima opportunità sul più bello.