La stagione ormai è volata e nonostante i Montreal Canadiens militino nella Division (Atlantic) più debole per punti, per concorrenza e per il fatto che ancora nessuna delle squadre abbia raggiunto la matematica qualificazione ai playoff, gli Habs hanno fallito in pieno l’obiettivo. Ormai siamo ben oltre i 20 anni di assenza della Stanley nel Quebec ma mai come in questa stagione erano piovute così tante critiche tanto che leggende come Guy Lafleur ribadiscono di non vedere alcun leader nel reparto offensivo, nemmeno un giocatore che sia in grado di trascinare la squadra ma che tutti si affidano a Carey Price, ritenuto il miglior portiere al mondo. Pessimo gioco, poca collaborazione fra compagni e diversi battibecchi all’interno della franchigia hanno portato a questo disastro dopo un inizio strepitoso con nove vittorie consecutive. Scusante o meno, l’infortunio di Carey Price ha inciso eccome sul rendimento della franchigia canadese. Il portiere 28enne ha disputato solamente 12 partite vincendone 10 e lasciando le chiavi del net a Mike Condon e Dustin Tokarski nei mesi di assenza. Condon era partito davvero bene ma ai primi piccoli errori è calato esponenzialmente mentre Tokarski non ha mai dato buoni segnali tanto che il general manager Marc Bergevin decise di puntare su Ben Scrivens durante la finestra invernale. Ed ora? Per non rischiare di trovarsi nuovamente scoperti sul reparto goalie, i Montreal Canadiens hanno deciso di metter sotto contratto quello che loro hanno definito esser il miglior giovane portiere disponibile, Charlie Lindgren.
Lindgren è un classe 1993 che non è mai entrato nel panorama della NHL tramite il Draft ma dalla stagione 2013/2014 milita nella NCAA (campionato “vetrina” per la massima lega). Il portiere, in forza ai St.Claude State, ha continuato a migliorarsi con il passare delle stagioni tanto da arrivare a conquistare 30 vittorie in 40 partite durante questo anno (media di due reti concesse a partita con un % di salvataggi pari a .925).
Marc Bergevin (general manager Montreal) ha deciso di fargli firmare un biennale e di metterlo in competizione con i vari Fucale, McNiven e Hawkey per un probabile posto da “backup” o perlomeno da titolare nei St.John’s IceCaps (team satellite in AHL). Una mossa che alimenta le speranze nel futuro e mette ancor più in discussione Mike Condon che dovrà apprendere qualcosina in più dal “maestro” Carey. Intanto pare ormai esser già finita l’avventura di Ben Scrivens, un addio che non lascerà molti ricordi nostalgici.