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Dopo anni di delusioni e sconfitte, i Pittsburgh Penguins stanno cercando di superare un grande ostacolo per tornare a confermarsi in mezzo alle grandi franchigie. In un’annata in cui la NHL e la Stanley Cup hanno perso alcune protagoniste delle ultime stagioni come Chicago, Los Angeles e Anaheim, sul lato Eastern i Pittsburgh Penguins (Washington Capitals permettendo) sono attualmente una delle favorite per risultati, gioco e costanza. Il tutto viene agevolato da una splendida sorpresa nel net, un giovanotto chiamato Matthew Murray. Il portiere classe ’94 sta compiendo un netto salto di qualità ancor prima del previsto, secondo quanto detto da alcuni osservatori. Altri invece confermano che Murray è sempre stato un passo avanti a tutti i goalie anche nelle due precedenti stagioni in American Hockey League in forza ai Wilkes-Barre Scranton Penguins. Ad ogni modo Murray fino ad ora ha collezionato 6 presenze in Stanley Cup con 5 vittorie ed una sola sconfitta e con il merito di esser stato uno dei fattori più importanti per far fuori i New York Rangers al primo round. Parate spettacolari, percentuale davvero alta per i salvataggi ed una media reti subite che si aggira intorno alle due a partita.
Quale sarebbe allora il “fantomatico” problema in futuro per i Pittsburgh Penguins? L’expansion-draft.
Pochi giorni fa la NHL e la NHLPA hanno confermato il fatto che all’inizio della stagione 2017/2018 (fra due anni) la lega dovrà affrontare nuovamente la procedura dell’expansion-draft per la possibile entrata della franchigia di Las Vegas. Da regolamento, la nuova franchigia potrà prendere un giocatore per squadra a patto che esso non sia coperto da una clausola completa che impedisca i movimenti di roster e gli scambi. E’ proprio qui che Pittsburgh si potrebbe trovare in difficoltà avendo nella rosa un portiere in piena crescita e Marc-Andre Fleury, un pezzo (se vogliamo chiamarlo così) di storia recente. Fleury compirà 32 anni il prossimo 28 novembre ed è stato draftato come prima scelta assoluta nel 2003. Due partecipazioni all’All-Star Game, una Stanley Cup ed una medaglia d’oro alle Olimpiadi con il Team Canada oltre a tanti altri premi “minoritari”. Insomma un bel palmares per un goalie che in questo momento non può dire la sua per via dell’infortunio. Ma veniamo alla più importante situazione contrattuale. Marc-Andre Fleury è legato a Pittsburgh fino alla stagione 2018/2019 con una clausola non completamente “coperta”. Di fatti il portiere non può esser spostato di roster ma ha una clausola he gli permette, ogni anno, di compilare una lista di 12 team cui potrebbe esser ceduto perciò, per il regolamento dell’expansion-draft, Fleury potrebbe rientrare in quel “listone” di scelta di Las Vegas. E Matthew Murray? Per il “rookie” la situazione è ancor più diversa e complicata perché Murray andrà in scadenza la stagione prossima con un contratto sotto al milione di dollari e con la semplice clausola da “RFA” (restricted free agent) ovvero, nel caso in cui una squadra dovesse offrigli un contratto, al termine della stagione 2016/2017, Pittsburgh potrà decidere se lasciarlo andare o pareggiare la proposta facendolo nuovamente firmare con i Penguins.
Jim Rutherford dovrà fare delle grandi valutazioni lungo il corso della prossima stagione perché un solo portiere potrà esser legato alla franchigia con una clausola “completa” e lasciar partire uno fra Marc-Andre Fleury o Matthew Murray, potrebbe esser molto doloroso.