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Vi è mai capitato di assistere ad una storia di “gossip” hockeystico senza che un giocatore abbia mai esordito e mai firmato per una squadra di National Hockey League? Beh, se ancora non avete visto o sentito nulla di tutto ciò, preparatevi i pregiudizi sul ragazzo classe 93 Jimmy Vesey.
Questo giocatore non ha mai esordito nella National Hockey League ma la cosa ancor più strana è il fatto che fino ad ora non aveva mai firmato un contratto con una delle 30 squadre. Nel 2012 venne scelto come 66esima scelta assoluta dai Nashville Predators, insomma, si pensava di aver preso un giocatore “normale”, da valutare nel training camp e, magari, puntare negli anni successivi inserendolo nel team satellite della American Hockey League facendogli firmare il classico “three year entry-level contract”. Ed invece no, nulla di tutto questo.
Sul ragazzo si è montata una storia che ha dell’inverosimile. Qualche mesetto fa, nel bel mezzo della corsa verso i playoff, l’agente si presentò dalla dirigenza dei Nashville Predators per chiedere rassicurazioni dalla franchigia ponendo un punto fermo su una specie di “trattamento privilegiato” di Vesey e che solo tramite queste condizioni il suo assistito avrebbe firmato il suo primo contratto con i gold. Questo atteggiamento non piacque per nulla alla franchigia del Tennessee che respinse le richieste ed iniziò a metter sul “mercato” i diritti del giocatore, già perché se il contratto non è stato concluso, la squadra che lo ha draftato ne detiene i diritti del cartellino (se così lo si può chiamare) fino al termine degli anni del college.
Il 20 giugno 2016, a sorpresa, i Buffalo Sabres ufficializzarono la trattativa cedendo una scelta al terzo round del Draft2017 per acquisire i diritti di Jimmy Vesey nel tentativo di metterlo sotto contratto entro il 15 agosto, data in cui i diritti del Draft sarebbero giunti al termine. Questa mossa venne (come detto prima) percepita come una sorpresa perché nei corridoi filavano voci di un atteggiamento di menefreghismo da parte del giocatore e del suo agente che volevano decidere il proprio futuro in autonomia diventando “free agent” (svincolati). Nonostante i grandi proclami del general manager dei Sabres, Tim Murray, che aveva detto pubblicamente che Vesey sarebbe potuto entrare nei top-6 attaccanti della franchigia di Buffalo, nel silenzio più totale il ragazzo ha deciso di declinare l’offerta e proseguire per la sua strada.
Due mesi più tardi, precisamente venerdì 19 agosto, i New York Rangers emanano un comunicato ufficiale dove dichiarano di aver raggiunto l’accordo con Jimmy Vesey sulla base di un biennale da $925,000 a stagione esclusi i bonus riguardo le performance. Una scelta che ha lasciato tanti esperti un po’ perplessi che per settimane avevano predetto un ritorno del ragazzo a “casa” (Boston) o al massimo alla franchigia cui ha detto di simpatizzare, Chicago Blackhawks (incontrata pochi giorni fa dove ha potuto scambiar qualche parola anche con la star Patrick Kane).
Scelta discutibile? Beh, di certo il ragazzo vuole star al centro dell’attenzione. New York è una delle piazze più calde ed attente ad ogni movimento e ad ogni prestazione di qualsiasi giocatore che veste blueshirt. Oltretutto il mercato della dirigenza è stato ampiamente contestato per via di alcune partenze dubbiose (Brassard e Yandle su tutte) ed anche per la mancanza di grandi nomi ma soli giovani “di belle speranze” che poco incastrano con il coro “vogliamo vincere subito” dei fans. La sconfitta contro Pittsburgh in Stanley Cup brucia ancora, soprattutto se si pensa che l’anno prima i Rangers avevano sfiorato il sogno della finalissima venendo battuti al Madison Square Garden al Game7 dai Tampa Bay Lightning. New York ha bisogno di vincere e di convincere, non di “gossip”. Vesey ed il suo agente son stati bravi ed abili a crear una storia così grande e fuori dal normale ma ora il ragazzo deve dimostrare di esser un vero giocatore da National Hockey League. Un anno di capitano in NCAA ad Harvard con 24 goal e 22 assist in 33 partite, già entrato nel giro della nazionale statunitense nella stagione 2014/2015. Le qualità ed i numeri parlano chiaro ma ora Vesey deve uscire dal vortice di polemiche e diventare una pedina importante per la rinascita dei Rangers. Insomma, dopo il caos è meglio star zitti e pedalare, i soldi sono arrivati, l’opportunità è arrivata, cosa vuoi di più? Onorare la maglia dei Rangers, ecco, quello è un obbligo.
Mi raccomando Jimmy.