Sofia Goggia ha vinto per la terza volta in carriera la Coppa del Mondo di discesa libera, dopo il 2018 e il 2021. È la sesta di sempre a vincerla per almeno tre volte dopo Annemarie Moser-Pröll, Michela Figini, Katja Seizinger, Renate Götschl e Lindsey Vonn. Lo fa al termine di una stagione che, prima del grave incidente sembrava trionfale e dopo completamente buia. Nel mezzo: 6 vittorie nella specialità, un recupero lampo per i Giochi invernali di Pechino, l’argento olimpico che ha del clamoroso e un terzo posto. In conferenza stampa, dopo la premiazione, ha toccato diversi temi. Di seguito le sue parole: “Sono molto contenta del globo, ma è stata una stagione veramente stremante e le emozioni che ho vissuto ultimamente non sono trascurabili. Ho vinto la coppetta ma mi bastava arrivare davanti alla Suter. Però la prova è stata così così”.
Cosa porti a casa da questa stagione?
“Croce e delizia, è stata la mia stagione più vincente in Coppa del Mondo, una bellissima medaglia olimpica, porto a casa la consapevolezza del grandissimo livello raggiunto nella prima parte di stagione e anche la consapevolezza di essere riuscita a fare una seconda parte costruendo tutto. però dovrò fare dei ragionamenti da fare in termini di gestione”.
Il grande spazio nella libreria era per la Coppa assoluta?
“Devo ammettere che un pensierino lo avevo fatto, avevo creato spazio per mettere una coppa in più”.
Ne preparerai un altro?
“Gli spazi vanno sempre preparati, mal che vada non si riempiono”.
Vale di più la Coppa o la medaglia?
“Bella domanda, per ripensando alle condizioni in cui l’ho fatta è incredibile, sono stata davvero guidata da qualcosa. Sono andata oltre il mio limite, mettermi nelle condizioni di sciare e riuscire a farlo”.
Cosa hai imparato su te stessa?
“Devo ancora fare un’analisi lucida della stagione, questo avverrà nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. Idealmente so cosa mi potrebbe aiutare, penso sia più una questione di energie e gestione delle stesse”.
Coppa di discesa come l’anno scorso?
“L’anno scorso non si era gareggiato, le discese erano otto. Quest’anno erano nove e mi è sembrata un discorso simile in termini di punti, ma quest’anno ho dovuto combattere in tre discese in cui non mi sentivo bene fisicamente, devo dire che non mi riconosco molto nella Sofia dopo la caduta”.
Lavoro in gigante?
“Il gigante è stata la chiave di volta e continuo a pensare che il lavoro tecnico sia importante, però è vero che ho fatto i giganti con tante aspettative ma per quello che è stato il “non risultato” è stato un dispendio energetico non trascurabile. Dovrò capire bene come gestire la disciplina nelle prossime stagioni”.
Voto a questa stagione?
“Una stagione da 7, è stata la mia stagione più vincente. Ho vinto tutto fino a gennaio, anche nel superG sono stata competitiva e anzi ero leader della classifica. Questa stagione mi ha mostrato la strada, poi ovviamente l’infortunio ha ribaltato un po’ le cose”.
Servirà intervento chirurgico?
“No, ho fatto una risonanza pochi giorni fa e il Dottor Panzeri mi ha detto che il crociato ce l’ho attaccato al 50%: c’è comunque una lesione però non mi dà fastidio e a livello funzionale non l’ho tanto patita”.
Quanto ti manca il titolo iridato nel palmares?
“Certo che manca, io di medaglie mondiali ne ho due, ma non del colore più bello”.
Cosa ti lascia questa stagione?
“Carico di energie mentali pesantissimo, magari questa stagione mi darà più sicurezza pensando che sono riuscita a fare delle grandissime cose nonostante una condizione fisica pessima. Questo mi deve ricordare chi sono. Per ora mi lascia in debito di energie”.
Fine stagione?
“Abbiamo programmato degli allenamenti a fine stagione, però io devo anche dare del tempo al mio corpo. Ora riposo un po’ e vedrò il da farsi”.
Cosa manca per battere Shiffrin?
“La continuità, ma forse ancor prima la tecnica solida. Io sono molto forte, ma la forza può anche calare. Se io riuscissi a creare una base tecnica che mi permetta di essere sempre stabile indipendentemnete dalla mia condizione fisica significherebbe molto per me”.
Coi 4 anni cruciali che hai davanti non è un rischio pensare alla Coppa generale?
“Non lo so, è qualcosa che si costruisce con basi molto solide, senza pensare troppo in là ma pensando di 24 ore in 24 ore. Sappiamo che è difficile, ma Shiffrin se la gioca con Vlhova che ha centrato quasi tutti gli slalom, ha fatto dei giganti e pochissimi punti in velocità. Se io fossi andata avanti con il rullino di marcia di inizio stagione non sarebbe stata così lontana, ma con i se e con i ma si parla ipoteticamente”.