“L’unico aspetto differente dall’anno scorso è che queste situazioni le abbiamo già vissute. L’attesa, la preparazione, gli incontri con i giornalisti. Poi secondo me queste sono partite 50-50, forti loro e forti noi. Dobbiamo cercare di giocare una gara come vanno giocate le finali. Un po’ d’esperienza ce l’abbiamo, dobbiamo farlo vedere domani. Io sto vivendo questa partita con grande attesa perché per noi è una sorta di rivincita. Abbiamo avuto la capacità di tornarci, e in Europa non è facile, quindi massima attenzione. Bravi a riproporci, domani dobbiamo cercare di fare di tutto per non commettere errori ed essere concentrati. Una finale va giocata col fuoco dentro e con la massima applicazione. L’anno scorso non abbiamo avuto un epilogo bello, quest’anno cercheremo di mettere in campo quell’amarezza per farla finire in maniera diversa. Sarà una partita tosta, come tutte le finali“. Queste le parole di Vincenzo Italiano, tecnico della Fiorentina, in conferenza stampa alla vigilia della finale di Conference League contro l’Olympiacos.
“Quello che mi hanno sempre sentito dire in questi 3 anni è che l’identità non la dobbiamo mai perdere. A maggior ragione in queste partite devi dimostrare quel credo calcistico che ti ha permesso di arrivare a giocarti una finale. A livello individuale però devono esserci degli adattamenti a quella che è una finale. Massima concretezza e concentrazione in tutto quello che si va a fare. Questo per me è dettaglio. Oltre a identità, anche furore agonistico: la partita è troppo importante e non può mancare – ha proseguito – Non sapevo che l’Olympiacos avesse già vinto qui, è un altro pericolo da aggiungere. Ma quando si scende in campo tutto passa in secondo piano. Loro giocano nella città dove vivono, ma questo non cambia nulla perché nel momento in cui fischia l’arbitro tutto passa in secondo piano. Loro non hanno viaggiato come fatto noi e hanno la possibilità di lavorare a casa, ma ripeto che nel momento in cui si scende in campo questo 50-50 rimane e chi avrà più fame e voglia di vincere potrà gioire. Dobbiamo mettere da parte tutto e pensare a noi stessi. Abbiamo visto e studiato l’Olympiacos, non ci rimane che andare in campo e sperare di avere la meglio“.
Il tecnico viola ha poi parlato dei singoli: “Da quando è rientrato, non ci aspettavamo di ritrovare Dodo in questa condizione, già pronto per prestazioni di alto livello. E’ sceso in campo andando forte. All’inizio l’abbiamo gestito, ma quando è tornato al 100% si è espresso ai suoi livelli. Il ragazzo sta bene, è esperto, conosce questo tipo di partite ed averlo recuperato per noi è un’arma in più. Lì abbiamo anche Kayode e Faraoni, quindi a destra siamo messi bene. Come si ferma El Kaabi? Abbiamo portato delle catene e dei lucchetti. Battute a parte, lui arriva a questa partita con grande autostima. Come noi, anche loro hanno fatto prestazioni grandiose nelle ultime partite, battendo una favorita come l’Aston Villa. Lui è un giocatore pericoloso sotto tutti i punti di vista e sta bene. Abbiamo cercato di preparare degli aspetti tattici che possono limitarlo, facendolo con attenzione e massima abnegazione. Ripeto che ha una grande fiducia datagli da un finale di stagione strepitoso, quindi può metterti in difficoltà“.
“Dopo questi tre anni è normale essere diverso da quando sono arrivato. Il mio sogno era arrivare in Europa e ci sono riuscito. Era la mia prima volta e il mio bagaglio di conoscenze è cresciuto. Insieme ai ragazzi abbiamo modificato tantissime cose in campo e ho scoperto aspetti nuovi. In questi tre anni non mi sono fatto mancare niente, da traguardi individuali a collettivi. Credo di essere diverso, non dico cresciuto o migliorato ma semplicemente diverso. Di questo ne sono contento. Quando penso a Praga penso ad una partita affrontata nel migliore dei modi, ma alcuni episodi non ci hanno permesso di festeggiare. Penso alle facce dei ragazzi al fischio finale: quello che ho detto oggi è che l’interpretazione della gara deve essere come se fosse l’ultima. Nessuno aveva detto a inizio anno che si saremmo rivisti ad Atene; siamo stati bravi a riproporci e proveremo a prenderci la rivincita. A differenza di Praga, domani dovremo mettere in campo questi aspetti. Praga ha fatto male a tutti: sappiamo cosa si vive quando non si vince una finale: cercheremo di ribaltare questa situazione – ha aggiunto – Da quanto abbiamo visto, con l’arrivo del nuovo allenatore hanno trovato la quadra, mettendo a posto tutto e iniziando ad andare forte soprattutto in Europa. Abbiamo visto che è una squadra organizzata, che sa dare pressione e ha giocatori esperti e di talento. Una squadra che arriva in finale per me è già quello che determina il suo valore. La bravura di arrivare in una finale è già la carta d’identità. Quello che ci fa più paura è quest’entusiasmo. Dobbiamo cercare, per metterli in difficoltà, di essere concreti e di giocare con qualità quando abbiamo la palla. Rigori? Li abbiamo provati perché possono essere una possibilità. Abbiamo tanti giocatori che possono batterli, ne abbiamo tanti con la personalità di presentarsi sul dischetto ed essere freddi e concreti. Vedremo come andrà a finire“.
Italiano ha poi analizzato il rendimento in campionato del suo triennio a Firenze: “Il percorso in Europa, vuoi o non vuoi, qualcosa ti toglie. Giocando il giovedì hai poco spazio per recuperare e preparare partite. Noi riusciamo ad avere gente fresca e ruotare, ma sono convinto che qualcosina tolga. Quella concentrazione avuta in Europa ogni tanto ci è mancata in campionato, ma secondo me non abbiamo fatto così male in Serie A. Chiaro che tutti volevamo qualcosa in più; non ci siamo riusciti, ma rimane una doppia finale europea che è motivo di grande soddisfazione. In Europa riuscivamo in partite doppie a trovare strategie diverse, soprattutto nella seconda gara, e fare il salto che volevamo, presentandoci in maniera corretta: questo ci ha permesso di arrivare in due finali. Per me tra tutte le competizioni il cammino è più che positivo e lo dico con tutta onestà: quando sono arrivato a Firenze, pensare di presentarmi davanti a una platea del genere per due finali consecutive non era neanche nell’anticamera del mio cervello. Domani abbiamo l’opportunità di raggiungere questa benedetta gioia che rincorriamo da tanto tempo. La nostra attenzione principale è fare una grande partita domani“.
“Il presidente, come sempre, è carico. Non è che me che soffro i viaggi in aereo. E’ sempre un piacere vederlo, l’ho visto molto carico. Questo suo entusiasmo e questa sua voglia è bella, trasmessa la fiducia necessaria per questi impegni così difficili. Non devo aggiungere il fatto che domani in campo qualche goccia di sudore va buttata per lui, per la sua famiglia, per Joe Barone e i suoi familiari, per questa tragedia vissuta negli ultimi mesi. Il presidente non meritava di attraversare momenti così brutti. Dentro lo spogliatoio ci sono le immagini di Joe e del presidente, i ragazzi già sanno che bisogna buttare più di una goccia di sudore per loro – ha continuato Italiano, che su un fioretto in caso di vittoria ha poi ammesso – Non ci ho pensato, lo farò da adesso. Purtroppo non posso fare più di tanto perché il mio ginocchio dopo tre metri comincia a gonfiarsi. Ma qualcosa ci inventeremo. Futuro? Il telefono è spento, adesso non mi interessa ascoltare niente. L’unica intenzione era concentrarmi sulle partite importanti. Il calcio è strano, tutto può accadere, ma non voglio pensare a nient’altro che a questa partita“.
Infine, sulla possibilità di regalare l’Europa anche al Torino, nona in Serie A: “Abbiamo anche questa responsabilità in più perché sarebbe spettacolare avere nove italiane in Europa. Proveremo a dare questa gioia al Torino e cercheremo, oltre a quello che già sappiamo per noi stessi, di andare forte per far ottenere al calcio italiano un’altra squadra in Europa. Faremo di tutto per vincere anche per i nostri amici“.