All’Australian Open 2023, per la seconda volta negli ultimi nove slam disputati, nessun tennista italiano disputerà i quarti di finale. Dal 2021 a oggi era accaduto solamente al Roland Garros 2022, quando solo un infortunio fermò Jannik Sinner, che stava dominando contro Rublev e con ogni probabilità ce l’avrebbe fatta. Quello stesso Sinner che a Melbourne ha provato a tenere alti i colori italiani ma si è dovuto arrendere in cinque set a Tsitsipas. Si tratta dunque di un passo indietro per il tennis italiano, visto il diverso inizio di stagione che ci aspettava ma anche nelle difficoltà, ci sono delle cose positive da portare a casa.
Nonostante l’eliminazione, l’Australian Open di Sinner è ben oltre la sufficienza. Dopo aver superato brillantemente due turni, scacciando le paure dopo l’infortunio all’anca subito ad Adelaide, si è tolto la soddisfazione della prima rimonta da due set di svantaggio al terzo turno contro Fucsovics. Purtroppo il sorteggio non gli ha sorriso, mettendolo di fronte a Tsitsipas agli ottavi. Jannik ci ha comunque provato ed ha offerto un’ottima prova, riscattando ampiamente la deludente sconfitta di dodici mesi fa proprio contro il greco. Sicuramente non si può essere soddisfatti del risultato in sé: in fondo, dopo gli amari ko del 2022 contro Djokovic e Alcaraz rispettivamente a Wimbledon e allo US Open, entrambi maturati in cinque set, è arrivata un’altra dolorosa sconfitta.
Sinner però ha risposto presente e ha dimostrato grandi progressi, che lasciano ben sperare in vista del prosieguo della stagione. Resta il tabù semifinale slam, mai raggiunta nonostante quattro presenze ai quarti (se oggi avesse vinto, avrebbe avuto una ghiotta chance per sfatarlo, affrontando Lehecka), tuttavia i segnali sono positivi. In fondo Sinner ha 21 anni e ha iniziato un anno fa un percorso con un nuovo team, ancora in fase di perfezionamento. Poco importa se Alcaraz ha già vinto uno slam e se Rune o Korda dovessero farcela prima di lui. Ad oggi Jannik è il numero uno d’Italia e il giocatore su cui vengono riposte le maggiori speranze di gloria negli anni a venire.
Non è riuscita a sfatare il tabù neppure Camila Giorgi, che per la quinta volta in carriera si è fermata al terzo turno dell’Australian Open (unico slam in cui non ha mai raggiunto la seconda settimana). L’azzurra ha poco da recriminare visto che si è trovata davanti una solida Bencic, a tratti ingiocabile in quest’inizio di stagione. La speranza, però, è che le due vittorie arrivate a Melbourne – contro Pavlyuchenkova e Schmiedlova – siano il punto di partenza di un 2023 che deve essere assolutamente diverso – possibilmente in positivo – rispetto allo scorso deludente anno.
La delusione principale corrisponde al nome di Matteo Berrettini, fuori già al primo turno e incapace di difendere i punti della semifinale raggiunta nel 2022. Il tennista romano non è stato affatto fortunato a pescare subito Andy Murray, ma anche per com’è andata la partita avrebbe dovuto conquistare la vittoria. Al di là di quell’errore imperdonabile sul match point – che poi è quello che è risultato decisivo -, da Matteo ci si attendeva una prestazione più convincente dopo una splendida United Cup. Così invece non è stato e l’azzurro è uscito di scena anzitempo con tanti rimpianti, visto che il tabellone da questo lato è molto aperto. Il suo obiettivo ora deve essere cancellare in fretta questa sconfitta prematura e ripartire proprio da quanto di buono mostrato nella United Cup. La stagione è ancora lunga e, infortuni permettendo, Berrettini può assolutamente tornare in alto.
Probabilmente è passata un po’ più sotto traccia, ma anche la sconfitta di Lorenzo Musetti fa male. Fresco di Top 20, l’azzurro scendeva in campo con i favori del pronostico contro Harris ma si è arreso al super tie-break del quinto set. Sicuramente l’attacco di panico del suo allenatore Tartarini prima del match (nulla di grave per fortuna) l’ha condizionato, ma ciò non può essere una giustificazione per il ko. Match del genere vanno portati a casa, specialmente se si vuole fare il salto di qualità, ed è giusto essere arrabbiato per non esserci riuscito. Vero, non va dimenticato che Musetti era reduce da una settimana non particolarmente utile nella United Cup, con tre vittorie contro avversari fuori dai primi 150 del mondo e un ritiro contro Tiafoe per un problema alla spalle. Da lui però ci si aspettava decisamente di più, anche per via del possibile terzo turno contro Sinner, e la deludente uscita all’esordio non fa altro che rimarcare le difficoltà del tennis italiano in questo primo slam stagionale.
Per quanto riguarda gli altri azzurri, nulla da rimproverare a Lorenzo Sonego nonostante potesse fare qualcosina in più al secondo turno contro un Hurkacz tutt’altro che irresistibile. Uno sfortunato Fognini è uscito subito contro Kokkinakis ma chiaramente non era al meglio, non a caso ha poi spiegato sui social di avere una frattura della falange. Bravo infine Bellucci, che dopo aver superato le qualificazioni ha dato del filo da torcere a Bonzi. Tra le donne, Martina Trevisan non è riuscita a dar seguito alla bella vittoria ai danni di Sakkari nella United Cup, vanificando il suo status di testa di serie. Subito fuori anche Bronzetti, Cocciaretto e Paolini, mentre si gode la settimana più bella della sua carriera Lucrezia Stefanini, capace di superare le qualificazioni e vincere anche il match di primo turno contro Maria in quello che era il suo esordio assoluto in un major.
Nel complesso, senza girarci intorno, il bilancio di quest’Australian Open per il tennis italiano è negativo. Nonostante qualche impegno fuori portata e la bella prestazione di Sinner contro il numero tre del mondo, le aspettative della vigilia non sono state assolutamente rispettate. Basti pensare che, con ancora sette giorni di torneo davanti, non c’è più neppure un italiano in corsa. Ciò ovviamente non deve abbattere i giocatori azzurri né far dimenticare quanto di buono fatto negli ultimi anni, bensì dare ancora più motivazione in vista dei prossimi tornei. L’obiettivo ora è proseguire al meglio la stagione e prepararsi bene per il Roland Garros, in cui – complice la superficie – la spedizione azzurra potrebbe avere più occasioni.