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La Serbia di Novak Djokovic contro la Gran Bretagna dei doppisti, una sfida intrigante e accesa che mette di fronte due squadre differenti e pronte a tutto pur di centrare l’obiettivo. Da un lato Novak Djokovic, non più un lupo solitario ma un vero e proprio capo branco, pronto a guidare i suoi compagni. Dall’altro una formazione più equilibrata, con Norrie come minaccia principale e tanta storia alle spalle che spingerà i giocatori a fare bene. La Gran Bretagna, infatti, è sul podio all-time della competizione con dieci titoli, come la Francia, dietro solo a Stati Uniti e Australia. L’ultimo titolo per i britannici è arrivato nel 2015, mentre il primo e unico torneo vinto dalla Serbia risale al 2010. La squadra di capitan Troicki parte favorita, ma sul palcoscenico della Davis tutto può accadere.
A racchette ferme, sembra scontato il risultato della sfida tra Djokovic, che nelle ultime 23 ha perso solamente una partita, e Norrie, che quest’anno ha fatto grande fatica a mantenere la giusta condizione e una buona continuità. Da capire quale potrà essere la sfida tra i “numeri 2”, che sarà decisiva soprattutto per la Gran Bretagna, desiderosa di arrivare al doppio per giocarsela fino all’ultimo e schierare l’arma in più: la coppia Skupski-Salisbury, che nel circuito non si frequenta da un po’ ma in Davis può essere certamente un fattore. La Serbia è la favorita indiscussa nei singolari, mentre nel doppio sembra partire avanti la nazionale di Leon Smith. L’uomo in cui sperare diventa, perciò, Jack Draper.
La rivincita delle seconde linee
Da un lato c’è l’imbarazzo della scelta: Laslo Djere, Dusan Lajovic e Miomir Kecmanovic sono giocatori di lusso, fenomenali quando vestono la maglia della nazionale e liberi da eccessivi pensieri, consapevoli di dover giocare prima della certezza Djokovic. A rigor di classifica dovrebbe giocare Djere, che non ha mai affrontato il suo probabile avversario di giornata: Jack Draper. Se, infatti, sulla panchina britannica siedono tre ottimi “numeri due”, su quella di Smith è il giovane talento di Sutton a dover portare il peso di essere l’ago della bilancia. Per carità, in Davis può accadere davvero qualunque cosa, ma che il Norrie visto quest’anno possa battere questo Djokovic sembra davvero un’impresa titanica. E allora Draper, debuttante in Davis lo scorso settembre con una vittoria su Kokkinakis, potrà dire la sua e prendersi le luci della ribalta.
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Djokovic: The last dance?
In mancanza di un veterano come Daniel Evans, che tanto bene ha fatto quest’anno e che sarebbe stata un’ottima seconda scelta, la Gran Bretagna può giocarsela sull’incognita e sulla sicurezza di arrivare a questa sfida da cinque vittorie consecutive in Davis. La Serbia, invece, ha perso l’ultimo incontro con la fenomenale Repubblica Ceca, ma arriva a Malaga con il suo uomo-simbolo, il giocatore che detta i ritmi di questo sport da anni e che ha sollevato da pochi giorni il suo settimo titolo di Maestro dei Maestri a Torino. Novak Djokovic vuole prendersi una Davis che non alza da tredici anni, consapevole che quest’occasione non ricapiterà tante altre volte.
Un campione unico, che sa di dover centellinare le proprie energie per pochi appuntamenti, tutti decisivi. In questo 2023 ci è riuscito benissimo, e ha deciso di dedicarsi anche alla Davis. L’anno prossimo con ogni probabilità Nole tenterà di diventare il più grande di tutti e conquistare il Golden Slam, non potendo mancare all’appuntamento olimpico. Questa Coppa Davis, dunque, in cui il più prossimo rivale nel ranking è il numero 4 Sinner, potrebbe essere l’ultimo ballo di Djokovic, che non vorrà certo fallire l’appuntamento.
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