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“Mi manca vedere, ascoltare, leggere lo sport giocato. Penso di essere, in buona compagnia, in crisi di astinenza da sport“. Queste le parole di Giovanni Malagò in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui ha parlato dell’emergenza coronavirus e dello sport fermo per la pandemia. “Sono orgoglioso del comportamento dei nostri campioni che hanno gestito in modo religioso, quasi ieratico, i loro comportamenti – ha affermato il presidente del Coni -. Tutti ‘distanti, ma uniti’. E nessuno degli atleti olimpici, e spero di non essere smentito oggi, è risultato positivo al virus”.
“Non c’è una verità – continua Malagò -. Capisco chi dice che sarebbe bello giocare al più presto per finire il campionato. Poi però leggo le ragioni di presidenti che preferirebbero pensare già alla prossima stagione e non me la sento di dargli torto. Il calcio a porte chiuse, con 40 gradi all’ombra con 2 o 3 partite alla settimana… Al momento non la vedo facile, ma capisco chi vuole provarci. Sto constatando, però, che uno dopo l’altro i campionati degli sport di squadra stanno chiudendo”.
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