“Con Brian Cookson non ci sono stati molti progressi nella lotta al doping, anche perché Il passaporto biologico l’ho introdotto io. La cultura del ciclismo è certamente cambiata negli ultimi anni e la mia amministrazione ha lasciato un buon sistema; tuttavia, certe squadre operano ancora in una maniera, diciamo, speciale”. L’ex presidente dell’Unione ciclistica internazionale (Uci) Pat McQuaid, intervistato dall’Equipe, sferra una dura stoccata a colui che tre anni fa l’ha sostituito ai vertici del massimo organo ciclistico.
L’irlandese, a capo dell’Uci dal 2005 al 2013, si è sempre battuto con fermezza per combattere la piaga del doping nel ciclismo, sport che ha vissuto il suo punto di non ritorno tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. La confessione di Lance Armstrong nel gennaio del 2013 fu l’epilogo di un periodo nero, anche se già prima si era mosso qualcosa. È del 2007, per esempio, la nascita del Movimento per un ciclismo credibile (Mpcc), unione formata da alcuni tra i più importanti team del circuito per promuovere il rispetto del codice etico imposto dall’Uci. Nello stesso anno venne anche promosso il passaporto biologico, entrato poi in vigore nel 2008. Uno dei principali promotori fu proprio Pat McQuaid, che ancora oggi rivendica la paternità di un sistema che ha indubbiamente giovato a tutto l’ambiente.
L’ex ciclista irlandese, inoltre, si dichiara deluso dal lavoro svolto dalla nuova governance dell’Uci anche su altri aspetti: “Non ho molta fiducia in questa Uci. Stanno prendendo decisioni che io non riesco a comprendere come l’introduzione dei freni a disco, a mio avviso ridicola e irrensponsabile. Senza dimenticare che metà del mio staff se n’è andato e l’altra metà è stata licenziata: si sono privati di un grande apporto in termini di esperienza, in uno sport molto difficile da governare come il ciclismo”.
Pat McQuaid ha annunciato a fine anno l’uscita di un libro biografico, in cui parlerà della sua vita nel ciclismo: dalla carriera come corridore agli anni alla guida dell’Uci. “Spero che la gente lo trovi interessante perché ho molte cose da dire”, ha concluso l’ex numero uno dell’Unione ciclistica internazionale. Altre critiche su Brian Cookson in arrivo?