Dopo essersi presentato al tennis che conta nel 2021, Carlos Alcaraz ha bruciato le tappe ed ha vissuto un 2022 da record. Il tennista spagnolo ha infatti conquistato il suo primo titolo slam, è diventato numero uno del mondo ed ha ottenuto prestigiose vittorie contro avversari di altissimo livello. A tratti è apparso persino ingiocabile, salvo poi riscoprirsi umano come “qualunque” ragazzo di 19 anni. Fatto sta che non abbiamo di fronte un giocatore “qualsiasi” e l’impressione è che quest’anno sia solamente il primo di una carriera che si preannuncia rosea.
Eppure la sua stagione era cominciata con una sconfitta al terzo turno dell’Australian Open contro Matteo Berrettini, che sicuramente faceva intravedere le potenzialità dello spagnolo ma allo stesso tempo non lasciava presagire un’ascesa così rapida. Invece è arrivato il titolo a Rio de Janeiro, conquistato con una facilità notevole, e poche settimane dopo quello a Miami, battendo ben tre Top 10 nel suo cammino. Alcaraz si è quindi confermato sulla terra rossa, vincendo prima Barcellona e poi Madrid, sconfiggendo a casa sua sia Nadal che Djokovic. A questo punto si è iniziato concretamente a “temere” un suo exploit davvero importante, ma la sua poca esperienza negli slam si è fatta sentire, almeno all’inizio.
Al Roland Garros e a Wimbledon non ha brillato, nonostante un quarto e un ottavo di finale, mentre nei due tornei seguenti – Amburgo e Umago – si è arreso in finale agli italiani Musetti e Sinner, suoi promessi rivali negli anni a venire. Sul cemento americano, però, ecco finalmente arrivare la sua consacrazione. A Flushing Meadows ha infatti vinto il primo slam della sua carriera, maturato dopo tre vittorie in cinque set (peraltro con battaglie anche superiori alle cinque ore) ed il successo in finale contro Ruud. Un traguardo storico, anche perché gli ha permesso di diventare il più giovane numero uno al mondo di sempre.
Nel finale di stagione non ha ottenuto altri risultati degni di nota, anche per colpa di qualche infortunio, ma ciò non cancella la memorabile annata che ha vissuto.
Elogiare Alcaraz risulta quasi banale visto che le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti, eppure oltre al suo talento tennistico c’è anche una maturità fuori dal normale. Sicuramente gioca un ruolo importante il team che lavora con lui e gli dà sicurezza, ma certe qualità appartengono solamente ai campioni e vederle in un ragazzo di 19 anni non può passare inosservato.
Nonostante una stagione da sogno e la prima posizione del ranking, però, ci sono ancora molti colleghi e addetti ai lavori che non lo percepiscono come il vero numero uno del mondo. Forse perché lo è diventato con 6740 punti (cifra più bassa dal 2009) o forse perché i risultati post US Open non sono stati all’altezza. La verità è che, probabilmente, la “colpa” è di Novak Djokovic. Il serbo ha infatti 2000 punti in meno in classifica, ma ha saltato quasi metà dei tornei importanti e non ha ricevuto punti dalla vittoria di Wimbledon.
I due protagonisti annunciati del 2023 saranno dunque loro due: da un lato Alcaraz che vorrà dimostrare sul campo di essere il più forte, dall’altro Djokovic che vorrà riprendersi ciò che gli è stato tolto e ribadire di essere ancora il migliore nonostante sulla carta d’identità ci sia scritto 36 anni da compiere. Proprio l’età gioca un ruolo importante. Se la quotidianità del veterano Djokovic è ormai nota, Alcaraz ha invece appena 19 anni e per guardare ai risultati avrà tutta la carriera. Per adesso deve solamente completare il suo percorso di crescita, avanzando passo dopo passo e non avere fretta. Sicuramente nel 2022 ha bruciato le tappe, probabilmente sorprendendo anche sé stesso, ma non dovrà avere paura di cadere visto che le qualità per rialzarsi non gli mancano affatto.
Innanzitutto c’è da mettersi alle spalle l’infortunio che l’ha costretto a saltare le Atp Finals e tornare al meglio della forma. Al Mubadala World Tennis Championship, ad Abu Dhabi, ha rimediato due sonore sconfitte contro Rublev e Ruud, ma con l’attenuante che fosse un semplice torneo d’esibizione. Tra poco però si inizierà a fare sul serio in Australia e Alcaraz vivrà una situazione nuova, in cui sarà l’uomo da battere. Paradossalmente la presenza di Novak Djokovic può aiutarlo a spostare l’attenzione, ma ormai Carlos non può più nascondersi. In attesa che i nuovi Sinner e Rune lo raggiungano al vertice, dando vita alle rivalità del futuro, Alcaraz deve vedersela contro giocatori più navigati di lui e pronti ad approfittare di ogni suo passo falso. Dalla sua però c’è la consapevolezza che, se al 100% della forma, parte favorito contro chiunque.