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È finalmente giunto il momento di rivedere in campo Matteo Berrettini. Questa notte ad Acapulco il finalista di Wimbledon 2021 torna dopo più di un mese di stop da quella ancora oggi indigesta sconfitta contro Andy Murray al primo turno degli Australian Open. Lo fa contro lo slovacco Alex Molcan, 25enne slovacco attualmente alla posizione n°57 del ranking ma in grado di raggiungere la top-40 nel corso dell’anno passato.
L’azzurro parte chiaramente con i favori del pronostico, ma in generale sono tanti gli spunti d’interesse che ci offre l’affascinante torneo messicano. Perché da un certo punto di vista si tratta di un – ennesimo – nuovo inizio per Matteo, che per la prima volta dopo anni si ritrova in un tabellone di un torneo senza essere compreso tra le teste di serie. Può sembrare cosa da poco, ma a livello mentale, per un giocatore che dal 2019 si era abituato ad una determinata posizione di classifica, ritrovarsi ora fuori dai primi 20 sicuramente è un contraccolpo non indifferente. Il tennista romano ha dichiarato alla vigilia di pensare a tutto ciò, ma trovando in questo un fattore motivazionale per iniziare la risalita.
Ma si tratta anche della prima partita dopo un mese senza tornei. Una decisione che ha fatto storcere il naso ad alcuni, ma senz’altro ben ponderata da Matteo e dal suo ottimo staff. Per fortuna questa volta non è stato uno stop dettato da problemi fisici, ma bensì una scelta per dedicarsi ad una preparazione più intensa dopo non aver avuto modo di lavorare al 100% durante l’inverno a causa del problema al piede patito durante il torneo di Napoli. A prescindere dall’effettiva necessità come in questo caso, non dovrebbe stupire una decisione di questo tipo per un giocatore che in primis deve salvaguardare il suo fisico e che nel corso di questi anni ha dimostrato più e più volte di riuscire a fare punti anche con una manciata di tornei a disposizione.
Matteo non sarà mai uno stacanovista del tour alla Ruud, Rublev o Norrie, che giocano quasi tutte le settimane dell’anno, che si tratti di 250, 500, 1000 o slam. Ha le sue qualità e deve far riuscire a rendere al massimo quelle. L’aspetto fondamentale è resta l’integrità fisica e una ritrovata fiducia mentale, tutto il resto verrà di conseguenza. E chissà che l’inaspettata e meritata qualificazione raggiunta ieri in quel di Acapulco dal fratello minore Jacopo – con anche mamma e papà al seguito – non possa fornire anche al maggiore dei due una giusta dose di fiducia e serenità.
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