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Nessuna sorpresa nelle due semifinali maschili, saranno Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas a contendersi il titolo degli Australian Open 2023. Onore a Tommy Paul e Karen Khachanov, protagonisti di due eccellenti percorsi in questi 10 giorni a Melbourne Park e comunque autori di due più che discrete prove quest’oggi. Ma avremo la finale che ci si aspettava alla vigilia, con in palio il titolo e anche la prima posizione del ranking mondiale
Tsitsipas anche quest’oggi ha messo in mostra tutta la sua solidità dal punto di vista tecnico e mentale nel match vinto in quattro set (7-6(2) 6-4 6-7(6) 6-3) ai danni del russo. Una prima di servizio dominante come lo era apparsa nelle sfide precedenti e soprattutto una tranquillità e sicurezza che spesso avevamo fatto fatica a riscontrare nel suo passato. Lo dimostra il modo in cui ha reagito al tie-break del terzo set perso dopo non essere riuscito a concretizzare un paio di match point per merito di Khachanov e del suo dritto. Il greco è riuscito a resettare quanto accaduto e nel quarto parziale è tornato a controllare le sorti del match. Un qualcosa di simile era già accaduto nel match contro Jannik Sinner, in cui sostanzialmente era riuscito a riprendersi nella quinta frazione l’inerzia di una sfida che sembrava essergli sfuggita di racchetta nelle precedenti due.
Seconda finale slam della carriera dopo quella al Roland Garros del 2021 e l’avversario sarà lo stesso di allora. Khachanov può ritenersi soddisfatto dei progressi compiuti negli ultimi mesi, ma è chiaro quale sia lo step ancora mancante: è alla 23esima partita persa consecutivamente contro un top-10. L’ultimo successo risale a Montreal 2019, quando riuscì a superare Zverev.
Le finali slam sono invece ben 33 per Novak Djokovic, che a Melbourne non perde da ben 27 partite. Un bilancio che ha del clamoroso e che Tommy Paul quest’oggi non è evidentemente riuscito ad impedire, pur mettendoci la determinazione che lo contraddistingue. Il serbo quando si è fatto rimontare da 5-1 a 5-5 nel primo parziale ha probabilmente intravisto i fantasmi di tre delle ultime quattro semifinali giocate a livello major, in cui aveva sempre perso il set d’apertura. O forse tali fantasmi sono tornati a galla solamente nella testa dei suoi tifosi, perché Nole è riuscito a ricomporsi e a chiudere per 7-5.
Il secondo e terzo set si sono poi sviluppati nella modalità alla quale il campione di Belgrado ci ha abituato, ovvero dominando in lungo e in largo senza concedere la benché minima di occasione al suo avversario. Senza quel blackout sarebbe venuto fuori un altro punteggio del tutto simile a quelli ottenuti contro De Minaur e Rublev. Paul può invece reputarsi soddisfatto di essere tornato a casa con un long set, oltre ovviamente ai punti e al prize money conquistati con uno splendido torneo.
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