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“Ho iniziato a pensare di potercela fare con il break nel quarto set, ma è stato importante anche quello nel terzo, ovviamente, perché mi ha fatto vincere un set e rimanere in gioco. Ma, sì, se devo scegliere, il momento più importante immagino sia stato il break nel quarto”. Jannik Sinner in conferenza stampa ripercorre le tappe che lo hanno portato allo storico trionfo agli Australian Open.
Un match iniziato male, perdendo i primi due parziali: “Ero un pò nei guai oggi con due set da recuperare, persi in poco più di un’ora. Quindi ho solo cercato di rimanere positivo, cercando di attenermi al piano di gioco, che ho dovuto aggiustare un po’. Daniil è un giocatore incredibile, e lo ha dimostrato anche oggi, un combattente incredibile”.
Jannik ha dovuto gestire anche un Medvedev che si è presentato in campo con una strategia diversa rispetto al passato: “Mi aspettavo qualcosa di diverso da parte sua, ma non lo immaginavo così aggressivo. Ha giocato molto, molto bene per i primi due set o due set e mezzo. Ho cercato di giocare alla pari, cercando di cogliere un paio di occasioni nel terzo set, cosa che ho fatto. Ho solo cercato di rimanere in campo il più a lungo possibile, sapendo che ha trascorso tante ore in campo”.
Da anni Jannik è anche alle prese con la gestione di tanta pressione sulle spalle, ma non sembra patirla: “Sì, c’è sempre pressione, ma la pressione è una buona cosa. Devi prenderla nel modo giusto, è un privilegio, no? D’altra parte, quando hai pressione, devi sempre pensare che la gente creda che tu possa davvero farcela. Personalmente mi piace. perché è lì che la maggior parte delle volte ottengo il mio miglior tennis e in questa occasione sono anche abbastanza rilassato, perché cerco sempre di divertirmi in campo”.
E ora il futuro: “Il mio percorso è stato abbastanza veloce. Ho vinto un Challenger a 17 anni, poi ho vinto il NextGen e poi è arrivato il primo torneo ATP. Quindi sperimenti questo tipo di cose e poi cerchi di continuare a migliorare. Non ti rendi nemmeno conto di quanto velocemente stanno andando le cose. Seduto qui adesso con questo trofeo, guardandolo, devo rendermi conto di quello che ho fatto perché è uno dei titoli più importanti nel nostro sport, ma d’altra parte so anche che devo continuare a lavorare per altre occasioni”.
Sinner è tornato a parlare dei genitori, già ringraziati nel corso della premiazione, anche in conferenza stampa post-match: “Non li vedo così spesso, purtroppo, ma quando li vedo è sempre un bel momento. Sono andato via di casa quando avevo 14 anni. Quindi ho dovuto crescere abbastanza in fretta, cercando di cucinare per me stesso, cercando di fare il bucato. Sai, le prime volte è diverso, ma poi dall’altro lato, quello è stato forse il modo più veloce per crescere. Penso che per me sia stata dura, ma anche per i genitori lasciare il figlio a 14 anni, non è facile. Mi hanno sempre dato, non mi hanno mai messo pressione, che per me è forse la chiave per cui sono qui oggi. Sono un uomo molto rilassato, a cui piace giocare a tennis. Ho 22 anni, quindi mi piace anche fare cose normali. E questo è tutto. Sono i genitori perfetti. Ovviamente conosco solo loro (sorride) ma sono fantastici”
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