Nel suo libro ‘Open’, Andre Agassi raccontava che in realtà vincere uno slam è più semplice di quanto sembri. Non bisogna infatti sconfiggere tutti e 127 gli altri giocatori in tabellone, bensì sono solo 7 le partite da vincere. I set? Appena 21, 45 invece se tutte le partite fossero combattute e si risolvessero al quinto. E’ proprio questo conto alla rovescia che dovrà accompagnare Jannik Sinner nel suo Australian Open 2024, dove si presenta da favorito numero due (e non è male considerando che il numero uno ha vinto questo torneo ben 10 volte, di cui le ultime 4 in cui ha giocato). Quando si parla di tabellone favorevole o meno, perciò, è bene ricordare che alla fine l’unica cosa che conta è vincere quelle 7 partite, battere quei 7 avversari per salire sul tetto del mondo.
TABELLONE MASCHILE AUSTRALIAN OPEN
DOVE VEDERE SINNER-VAN DE ZANDSCHULP
Detto ciò, non si può negare che la dea bendata abbia sorriso a Sinner, il quale può ritenersi più che fortunato del suo potenziale percorso a Melbourne dove, scaramanzie a parte, sarebbe sorprendente non vederlo almeno in semifinale. Jannik ha infatti evitato tutte le possibili mine vaganti, da Fils e Safiullin (non teste di serie e dunque molto pericolosi già ai primi turni, quelli di rodaggio, in cui essere o non essere teste di serie conta relativamente), a Shelton e Auger-Aliassime, passando per Grigor Dimitrov.
Se le teste di serie che potrebbe incrociare dal terzo turno in poi non fanno più di tanto paura, non si può dire lo stesso di Botic van de Zandschulp, suo avversario di primo turno. L’olandese ha vissuto un paio di stagioni in calando dopo l’exploit degli US Open 2021, in cui si spinse fino ai quarti di finale (togliendo l’unico set del torneo al futuro vincitore Medvedev), ma resta comunque un giocatore che bazzica tra la 50esima e la 60esima posizione del ranking. La cosa peggiore, però, è che non è quel classico giocatore che si batte facilmente, magari con un triplo 6-3 come nel migliore dei primi turni in un Major, vinto senza faticare ma giocando ad un livello sufficiente per abituarsi alle condizioni di gioco. Van de Zandschulp venderà cara la pelle, anche perché non ha nulla da perdere, e farà di tutto per onorare l’impegno. Jannik rischia dunque di lasciare magari un set per strada, ma comunque non dovrebbe correre grossi rischi.
Ecco che la strada si fa in discesa, a partire dal secondo turno contro Pedro Cachin o un qualificato, passando poi per il terzo turno contro uno tra Wolf, Kubler, Baez e Galan. L’asticella si alza quindi agli ottavi di finale, dove le due teste di serie che Sinner potrebbe sfidare sono la 15, Karen Khachanov, e la 17, Frances Tiafoe. Lo statunitense, che vanta anche un quarto di finale a Melbourne, sta vivendo un pessimo momento di forma. Il russo è invece semifinalista in carica, ma è sotto 2-1 nei precedenti (e l’unica sconfitta di Sinner arrivò da infortunato), tutti risalenti al 2020 o 2021, quando Jannik non era neanche lontanamente il giocatore di adesso.
Ai quarti di finale, Sinner potrebbe vedersela contro Andrey Rublev in un confronto che non è più equilibrato ormai da tempo visto che i due hanno un gioco molto simile ma quello di Jannik è decisamente più efficace. Le alternative sono Alex De Minaur, che ha iniziato benissimo la stagione ma non può neppure pensare di impensierire l’azzurro (impietosi i precedenti, l’ultimo il 6-3 6-0 di Coppa Davis), Nicolas Jarry e Sebastian Korda, insidiosi ma non particolarmente pericolosi.
La musica cambierebbe ovviamente in semifinale, dove Sinner potrebbe ritrovare Novak Djokovic, affrontato tre volte nel giro di due settimane nel finale della scorsa stagione. Finale anticipata o meno, per Jannik sarebbe come sfidare il mostro finale in un videogioco: battere Nole in Australia sarebbe infatti degno di un vincitore slam, ma proprio battere Nole in Australia (ricordiamo, 3 su 5) non è per niente facile, nonostante le qualità di Jannik e un Djokovic che è un anno più vecchio rispetto al precedente. La convinzione, ora più che mai, è però che Sinner possa farcela davvero e l’augurio di tutti gli appassionati di tennis è quantomeno di assistere ad un match spettacolare tra il presente e il futuro, chissà magari deciso da un quinto set.
E in un’ipotetica finale? Potrà suonare come un cliché, ma nell’atto conclusivo l’avversario è relativo. Sinner dovrebbe infatti già gestire un’enorme pressione derivante dalla prima finale slam in carriera, pertanto sarebbe chiamato principalmente a concentrarsi su sé stesso. Va da sé, poi, che essendo arrivato fino in finale l’azzurro sarebbe in fiducia e quindi probabilmente farebbe bene soprattutto il rivale – che sia Alcaraz o Medvedev (i due giocatori più accreditati) o chi altro – a preoccuparsi di lui. Al momento si tratta però soltanto di supposizioni: ciò che conta è partire bene e poi pensare partita dopo partita, il resto verrà da sé.