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La n°2 numero due del mondo a caccia del bis, la n°4 (ma solo per pochi altri giorni) che si conferma dopo l’ottima seconda parte di 2023, un’emergente 21enne pronta a prendersi anche lei la scena e infine un’outsider a sorpresa che nel contesto femminile alla fine non può mai mancare e ci sta anche bene. Aryna Sabalenka, Coco Gauff, Zheng Qinwen e Dayana Yastremska sono le quattro semifinaliste degli Australian Open 2024, che dovrebbero regalarci un intrigante fine settimana di tennis.
In quello che è ormai diventato il tradizionale giovedì dedicato alle semifinali del singolare donne, alle 09:30 aprirà la sessione serale quello che è il rematch dell’ultima finale Slam, gli US Open. Si affrontano le due teste di serie della parte bassa del tabellone, entrambe giunte a questo appuntamento come da pronostico e senza sudare troppo. Qualche difficoltà Gauff l’ha incontrata nel match di ottavi contro Marta Kostyuk, mentre Sabalenka ha demolito chiunque si trovasse dall’altra parte della rete in questi 10 giorni a Melbourne Park.
La tennista bielorussa, lo andiamo ripetendo ormai da circa un anno, ha trovato una continuità di risultati impressionanti ed è alla sesta semifinale major consecutiva: un filotto di quelli che si vede molto raramente nel circuito. Il primo e finora unico titolo è arrivato proprio in questo torneo un anno fa, mentre a New York a rovinarle la festa fu la sua prossima avversaria. Un match dai due volti, con una Sabalenka dominante per un set e mezzo e una Gauff che non sapeva davvero in che modo riuscire a disinnescare le armi della nativa di Minsk e un epilogo opposto, con Aryna che perde il bandolo della matassa, inizia a lottare con se stessa e il rumoroso pubblico newyorkese e finisce per farsi rimontare con Coco che può alzare al cielo il suo primo Slam.
Un’esperienza di cui farà certamente tesoro la 25enne, che ha ammesso di non vedere l’ora di scendere in campo e prendersi la rivincita di quel match che ha fatto fatica a digerire. Questo, sommato alla forma eccezionale mostrata fin qui e all’assenza di un pubblico tutto dalla parte della sua avversaria, fanno pendere l’ago della bilancia dalla sua parte nelle previsioni della vigilia. A livello tecnico, per quanto migliorata, Gauff non sembra avere a disposizione per riuscire a disinnescare la potenza della bielorussa, specialmente quando attaccata dal lato del dritto. La classe ’04 di Delray Beach non mollerà una pallina, cercando di mettere pressione a Sabalenka e sperare che i demoni della bielorussa tornino a far capolino nella sua testa.
A seguire sarà il turno della semifinale meno glamour ma non per questo meno interessante. Qinwen Zheng è a tutti gli effetti una giocatrice dal futuro luminoso, che con questo torneo fa il suo debutto in top-10 e che presumibilmente ci resterà molto a lungo così in alto in classifica. Già vincitrice nel 2022 del premio ‘Newcomer of the Year’ e nel 2023 del ‘Most Improved Player of the Year’, il suo cammino a Melbourne non è una sorpresa per chi ha seguito da vicino il tour nella seconda metà della scorsa stagione. Una scalata iniziata da un trionfo a Palermo arrivato dopo una wild card degli organizzatori e proseguito nei mesi successivi anche a livelli più alti. Questa semifinale segue il quarto raggiunto a Flushing Meadows e conferma le potenzialità della ’02 di Shiyan. Poi, certamente il percorso non è stato di quelli impossibili, con zero top-50 affrontate per arrivare fino a questo penultimo atto.
Zheng ha tutte le possibilità di ripercorrere le orme di colei che ha fatto la storia del tennis cinese, ovvero Li Na, ma pur partendo con i favori del pronostico non dovrà sottovalutare una Dayana Yastremska che potrebbe scendere in campo con meno pressione sulle spalle. Anche lei stessa non si aspettava di essere a questo punto ancora in corsa. Un torneo straordinario, partito dalle qualificazioni e che racconta quanto può essere particolare questo sport. L’ucraina ha lottato e vinto per il rotto della cuffia (6-3 al terzo, 6-4 al terzo, 6-4 al terzo) gli incontri del tabellone cadetto, mentre nelle cinque sfide fin qui giocate in main draw ha perso solo un parziale di gioco battendo giocatrici del calibro di Vondrousova, Azarenka e Noskova, oltre a Navarro e Gracheva.
Una storia, quella che parte dalle qualificazioni, che di certo non può che ricordare quella di Emma Raducanu, arrivata a trionfare a New York tra l’incredulità generale. Con la differenza, non di poco conto, che l’ucraina non è nuova su questi palcoscenici. A 18 anni fa il debutto in top-100 e vince il suo primo titolo, a 20 era n°21 del ranking mondiale e una delle giovani più in ascesa del panorama. Poi iniziano i problemi, tra una sospensione per doping e una continuità di risultati che nei due anni successivi non arriva e non le permette di andare oltre un sali/scendi intorno alla centesima posizione della classifica. Fino ad oggi e a questa cavalcata che potrebbe tranquillamente non fermarsi qui per la 23enne di Odessa.
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