In archivio il day 1 degli Australian Open 2024, in cui non ci si è annoiati affatto. Anzi, se il buongiorno si vede dal mattino allora ci aspetta uno slam tutto da vivere. Nonostante non sia per nulla scontato che i primi turni regalino spettacolo – al contrario, spesso si assiste a mattanze in tre rapidi set -, quanto accaduto a Melbourne ha tenuto milioni di spettatori incollati allo schermo per ore. La partita di cartello del giorno è stata quella tra Novak Djokovic e Dino Prizmic, che si sono dati battaglia per quattro ore, dando vita al primo turno più lungo che il serbo abbia mai giocato nella sua vita a livello slam. E Nole ne ha giocati ben 74, mentre per Prizmic era… il primo.
Se da un lato va dato credito al serbo per aver, a quasi 37 anni, portato a casa un match così intenso, dall’altro non si possono non sottolineare i meriti del giovane croato, che dopo aver perso il primo set si è scrollato la tensione di dosso ed ha disputato un match pazzesco. Il secondo parziale l’ha conquistato al tie-break, nel terzo ha tenuto in campo Djokovic per 71 minuti e nel quarto ha recuperato da 4-0 a 4-3, annullando ben sei match point prima di capitolare. Djokovic approda dunque al secondo turno e prosegue il suo cammino verso uno storico 25° slam; esce di scena invece Prizmic, che però presto torneremo ad ammirare su palcoscenici importanti.
L’altro big della parte alta del tabellone sceso in campo quest’oggi è stato Jannik Sinner, favorito numero uno per incontrare in semifinale Djokovic. Anche l’azzurro era atteso da un impegno per nulla semplice, ma è stato molto bravo ad archiviare la pratica in tre set, liquidando l’ostico van de Zandschulp per 6-4 7-5 6-3. Si tratta di un successo molto importante – in quanto per l’altoatesino era il primo match della stagione – e che permette a Jannik di inaugurare nel migliore dei modi il primo slam della stagione. Sulla sua strada ora un altro avversario olandese, il qualificato Jesper de Jong, che Sinner affronterà da favorito. Al momento è ancora presto per sbilanciarsi perché il classe 2001 si è limitato a fare il suo, senza strafare (in positivo o in negativo), ma per un primo turno slam va più che bene così.
Sorride anche un altro azzurro, Matteo Arnaldi, che ha sconfitto in tre set Walton in quelle che possiamo definire le prove generali per il match di secondo turno contro Alex De Minaur (Raonic permettendo). Il sanremese ha giocato un brutto primo set – complici la pressione di dover fare bene dopo le tante settimane trascorse Down Under – ma è comunque riuscito a vincerlo al tie-break; ha poi dominato il secondo parziale 6-2 prima di incassare anche il terzo per 6-4 e qualificarsi per il prossimo turno. Prima vittoria in carriera in main draw a Melbourne per Matteo, che salvo sorprese nel futuro prossimo non si ritroverà più in questa situazione, ovvero non essere testa di serie in uno slam.
Purtroppo in questa giornata sono arrivate anche brutte notizie per il tennis italiano. La prima è la sconfitta di Lucia Bronzetti, che ha battagliato come suo solito ma dopo 2h40′ di gioco si è arresa in rimonta alla più quotata Lesia Tsurenko. La seconda è il ritiro di Matteo Berrettini, il quale non scenderà in campo domani contro Stefanos Tsitsipas per precauzione. Il suo ufficio stampa ha infatti reso noto che il problema al piede destro continua a dargli fastidio e, non essendo al massimo, non ha intenzione di correre rischi inutili. Una scelta dettata inevitabilmente anche dal ranking protetto, del quale potrà usufruire qualora dovesse restare ai box un altro mese (raggiungendo i 6 necessari previsti dal regolamento). Così facendo, Berrettini eviterebbe di ripartire dai Challenger ma potrebbe partecipare a tutti i tornei più importanti e ricostruirsi più agevolmente la classifica. Il suo posto in tabellone a Melbourne è stato preso dal lucky loser Bergs.
Per quanto riguarda gli altri incontri di giornata, al maschile non ci sono state sorprese. Due giocatori, teste di serie importanti, hanno però rischiato grosso, salvandosi solo al quinto set. Si tratta di Andrey Rublev, vittorioso al tie-break del quinto contro Seyboth Wild (che già pregustava un altro successo “russofono” dopo quello contro Medvedev a Parigi), e Taylor Fritz, costretto a recuperare uno svantaggio di due set a uno contro Diaz Acosta. Bene anche Tiafoe (che ha superato in quattro set Coric) e Cerundolo (uscito vincitore dalla sfida contro Sweeny al quinto set), mentre il match del giorno è stato Kubler-Galan: cinque ore di gioco in un’atmosfera infiammata sulla Kia Arena, ma a prevalere non è stato il beniamino di casa bensì il colombiano, al tie-break del quinto set.
Al femminile, invece, Aryna Sabalenka ha esordito con un severo 6-0 6-1 ai danni della qualificata Seidel, che dopo 50 minuti di sofferenza si è finalmente concessa un sorriso dopo aver conquistato il primo (e unico) game. Match praticamente perfetto da parte della detentrice del titolo, che al prossimo turno sfiderà un’altra qualificata, ovvero Brenda Fruhvirtova. Comodi successi anche per Sakkari e Wozniacki, mentre Krejcikova si è imposta in rimonta ai danni di Hontama. Infine, eliminata a sorpresa Liudmila Samsonova, tredicesima testa di serie, battuta in due parziali dalla rientrante Anisimova.