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Quel doppio fallo commesso sul match point poteva rappresentare l’inizio della fine per Aryna Sabalenka, a un passo dal titolo più importante della sua carriera ma con il rischio di dover tornare a combattere con i suoi demoni. La tigre di Minsk quel game però l’ha portato a casa, e contestualmente il match e il torneo, e si è potuta lasciar andare a un pianto liberatorio assieme al suo team. A vincere l’Australian Open 2023 è stata la giocatrice più forte, quella che ha iniziato meglio la stagione e probabilmente quella che ha fatto più passi avanti rispetto a dodici mesi fa. Lo scorso anno Sabalenka è stata la regina dei doppi falli (oltre 100 in più della numero due di questa classifica) e a un certo punto era così in difficoltà con la battuta che è stata costretta a servire da sotto pur di mettere la palla in campo. Oggi invece la battuta ha fatto la differenza e, nonostante 7 doppi falli, sono arrivati ben 17 ace che le hanno dato tanti punti diretti in finale, consentendole spesso di uscire da situazioni delicate.
Il titolo vinto a Melbourne è il secondo stagionale per Sabalenka, già vittoriosa ad Adelaide, ma la bielorussa non vuole prendersi tutti i meriti: “Senza il mio team non ce l’avrei fatta. Mi hanno sempre sostenuta anche nei momenti più difficili, meritano questo trofeo molto più di me“. Numero uno della Race e numero due del mondo, Aryna si gode questo primo titolo slam – sempre se riuscirà a metabolizzarlo – e guarda con grande ottimismo al prosieguo della stagione. Nella finale odierna ha infatti lasciato trasparire segnali molto positivi, riprendendosi dopo un avvio in salita e riuscendo a gestire molto bene i momenti di tensione, sia a livello mentale che in termini tennistici. Se dopo il primo set si temeva che potesse arrivare un’altra bocciatura, proprio a un passo dal traguardo, Sabalenka ha messo in chiaro una volta per tutte che non è in Top 10 da anni per caso e che è davvero pronta per un trionfo importante.
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In Top 10 entrerà invece a fine torneo e probabilmente ci resterà a lungo Elena Rybakina, la quale ribadisce che il trionfo a Wimbledon non è avvenuto per una serie di coincidenze e che lei andrà annoverata da qui in avanti tra le favorite per i tornei più importanti. La kazaka ha sconfitto ben quattro teste di serie nel corso del torneo, tra cui la numero uno al mondo Swiatek e una due volte campionessa come Azarenka, ma in finale si è arresa a un’altra bielorussa. Eppure la 23enne era partita bene, conquistando il primo set in maniera convincente, anche in virtù della maggior esperienza nelle finali slam avendo vinto sui prati di Church Road. Negli altri parziali, però, è stata meno incisiva con i suoi colpi e si è dovuta arrenderà all’esplosività dell’avversaria, che ha dato l’impressione di averne di più.
Poco male per Rybakina, che pur mancando un importante bis, si riprende ciò che le era stato tolto con la mancata assegnazione dei punti dopo la vittoria di Wimbledon e mette in discesa il resto della stagione. Basta guardare le avversarie che aveva pescato negli ultimi tornei e la poca importanza che le davano gli organizzatori, programmando i suoi match su campi secondari nonostante fosse una campionessa slam. Rybakina è ora diventata una Top 10 a tutti gli effetti e proverà a comportarsi da tale nel 2023. Per vincere un altro slam c’è ancora molto tempo – e nessuna fretta – visto che il suo viaggio è appena iniziato.
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