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Atp Finals 2023, Sinner e uno degli ultimi tabù da sfatare: a Torino cerca la ‘prima’ ai danni di Djokovic

Jannik Sinner e Novak Djokovic
Jannik Sinner e Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

Le ATP Finals sono così, in grado di fornire spettacolo un giorno dopo l’altro. Neanche il tempo di godersi un’incontro tra i migliori al mondo, che c’è già attesa per quello successivo. Così, archiviato l’esordio domenicale, per Jannik Sinner c’è un’altra prova di quelle che non possono creare un mix di adrenalina e comprensibile tensione. Sì, perché Jannik di ‘prime volte’ ne ha vissute tante negli ultimi anni e continua a viverle tuttora, in questa sua ascesa verso i vertici del tennis mondiale. Tanti i traguardi già raggiunti e altrettanti quelli che ancora restano solamente degli obiettivi per il momento. Tra quest’ultimi c’è un successo contro l’attuale numero uno del ranking Novak Djokovic. Il più vincente nella storia del tennis, un campione senza eguali che a 36 anni può vantarsi di essere considerato il super favorito ad ogni tornei a cui partecipa e che nel suo palmares stagionale può vantare 3 dei 4 Grand Slam disputati.

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Ad oggi, il giocatore di Belgrado ha rappresentano un tabù per il nostro tennista. Non saranno in moltissimi quelli che ricorderanno la sfida persa nei sedicesimi di Monte-Carlo nella primavera del 2021, mentre sono senza dubbio più fresche le memoria risalenti alle ultime due edizioni di Wimbledon. Lo scorso anno, quando Jannik fece sognare tutti andando avanti 2 set a 0 prima di subire la veemente rimonta del poi futuro vincitore del torneo. E pochi mesi fa, quando l’appuntamento era in semifinale invece che nei quarti. Un secco 3 a 0 per Nole, che Jannik in conferenza stampa definì però “un passo in avanti” rispetto al precedente di dodici mesi prima, affermando come in campo si fosse sentito a un livello più vicino a quello dell’avversario. E non a torto, perché il match di quest’anno è stato giocato molto meglio da entrambi, mentre nel 2021 Jannik approfittò di un Novak abbastanza irriconoscibile nei primi due set. E appena il serbo si rimise in sesto non ci fu più partita nei successivi tre.

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L’unico, non piccolo, particolare sta nella capacità di Djokovic di emergere vincitore sostanzialmente sempre quando il punto conta di più. D’altronde, 24 Grand Slam, 97 titoli totali in singolare e 400 settimane in prima posizione dovranno pur contare qualcosa. “Ogni partita ha la sua storia. Sarà una prova di tante cose messe insieme, per capire a che punto sono realmente e come giocare questi incontri. Sono contento di affrontarlo di nuovo”, ha dichiarato l’altoatesino domenica in conferenza stampa dopo aver debuttato con una vittoria a Torino contro Tsitsipas. Sono parole veritiere, perché dopo i tanti successi degli ultimi mesi, le prime vittorie ai danni di Medvedev, la conquista della quarta posizione della classifica, questa è un’altra prova a cui la nostra stella si deve sottoporre.

Una vittoria metterebbe quasi (a seconda dell’esito dell’altro match di giornata) in cassaforte la qualificazione in semifinale. Un obiettivo che Jannik si è posto ed evitare di giocarsi tutto in un match al cardiopalma contro l’ottimo Rune visto nella giornata di domenica senz’altro risparmierebbe un po’ di ansia e trepidazione ai suoi tifosi, ma è chiaro come sia Djokovic il favorito di questa sfida. Certo, l’allievo di Vagnozzi e Cahill potrà contare sullo splendido pubblico del Pala Alpitour, ma dopo tutti questi anni conosciamo bene anche Novak. Questi contesti mica tende a soffrirli, anzi. Trova ogni modo per sfruttare a suo vantaggio il clima ostile per caricarsi ancora di più. Insomma, c’è bisogno dell’impresa questa sera. 

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