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Filippo Tortu guarda con ottimismo ad un 2019 da cui ci si aspettano grandi cosi. In una lunga intervista al “Secolo XIX”, il fenomeno azzurro si è raccontato, tra quello che è stato e quello che sarà per un radioso futuro prossimo: “Ho assorbito le critiche perché a Berlino ho sbagliato poco e gli altri, a partire da Hughes e Prescod, sono stati più forti di me. Dopo Madrid, ho avuto un problema fisico, c’era bisogno di fermarsi, di ricostruire. Per il futuro, il programma e il progetto non cambiano: poche gare, da interpretare bene. C’è chi ha un cammino breve davanti, c’è chi ha una prospettiva lunga: io appartengo alla seconda categoria. Parigi 2024 è lontana. Meglio pensare a quel che mi propone lo scenario in tempi più brevi“.
“Qualcosa è definito – spiega Tortu in vista della nuova stagione – molto altro ancora da programmare. Un paio di 60 nella stagione indoor, a Berlino, come un anno fa, e a Madrid, che per me ha ormai assunto un gusto speciale. Il 2019 è intricato: i Mondiali di Doha, per situazione climatica a fine settembre e inizio ottobre, obbligano a un’annata in cui è necessario stendere attente strategie“.