“Nell’atletica ci sono le stagioni, i cicli, le annate. Ci sta. Questa è la nostra età dell’oro: 72 dei 78 azzurri portati a Budapest dal d.t. La Torre hanno gareggiato. Quattro record nazionali (tutte donne), 9 personali, 15 stagionali. In pista tutti danno il massimo. E sanno che il sostegno non è solo in denaro: chi ha le redini conosce il loro corpo e la loro mente, essendoci passato”. Queste le dichiarazioni del presidente della Federatletica, Stefano Mei in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. “I nostri atleti di punta ormai sono icone, riferimenti assoluti – spiega – Jacobs e Tamberi, certo, che ormai io accosto, oltre che a Consolini, Mennea e Simeoni, alla Pellegrini e Valentino Rossi. Ma dietro c’è un’Italia che cerca di emergere. Penso agli 800entisti, con affetto. Penso a Larissa e Furlani, i giovani che hanno fatto esperienza. Il Mondiale non è un meeting: qualche controprestazione è fisiologica”.
Per il futuro c’è voglia di ritrovare al top l’oro olimpico dei 100 metri: “Il Jacobs del Mondiale indoor capace di battere Coleman valeva 9”75. Dal virus in Kenya, sottostimato, è stato un calvario. Nessuno mi toglie dalla testa che quel virus abbia potuto aver influito sul sistema muscolare dell’atleta”. Dopo l’argento iridato della 4×100 il campione di Tokyo è pronto a voltare pagina: “Anche Marcell è stato rianimato dalla staffetta, ora vuole la Cina: finirà la stagione ampiamente sotto i 10””, aggiunge Mei che spiega: “La prossima, con gli Europei a Roma e l’Olimpiade a Parigi, sarà decisiva. Gliel’ho detto: non c’è nessun bisogno che nel 2024 faccia i Mondiali indoor. Se rivincerà l’oro olimpico nessuno si ricorderà che non ha vinto due Mondiali”.