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Un Mondiale a Doha nel 2019, un’Olimpiade a Tokyo nel 2020 e un biennio tutto da vivere con la speranza di una crescita esponenziale. Con queste premesse è stato presentato il nuovo direttore tecnico della Federazione italiana di atletica leggera Antonio La Torre che prende il posto di Elio Locatelli (che però continuerà a rimanere nello staff tecnico come direttore della performance) dopo i risultati non soddisfacenti degli ultimi mesi. “Non sono un rifondatore dell’atletica italiana, non sono un riformatore ma non dobbiamo più guardarci indietro, dobbiamo avanzare velocemente e guardare avanti verso Doha 2019 e verso Tokyo 2020 – ha dichiarato La Torre durante la conferenza stampa di presentazione avvenuta presso la sede Fidal a Roma – Davanti a me ho venti mesi di duro lavoro e gli atleti non possono permettersi di perdere neanche una mezza giornata di tempo”.
Il presidente della Fidal Alfio Giomi dopo diversi anni di corteggiamento è riuscito a portare nello staff tecnico La Torre: “L’ho rincorso per tanti anni, lo ringrazio per aver detto sì e per aver messo a disposizione le sue competenze e il suo talento – ha affermato il numero uno della Fidal – Abbiamo costruito intorno a lui un’ottima struttura, penso la migliore possibile e abbiamo scelto la persona che ritenevamo in assoluto la più capace per gestire l’atletica italiana”. Questi sono gli altri membri della direzione tecnica nazionale: Roberto Pericoli (vice direttore tecnico del settore assoluto e attività di sviluppo), Antonio Andreozzi (vice direttore tecnico del settore giovanile Under 23, Under 20 e Under 18,) Elio Locatelli (direttore della performance Elio Locatelli). Questi invece i responsabili delle attività, della gestione e del controllo degli atleti Aec: Filippo Di Mulo (Velocità-Staffette), Gianni Tozzi (Ostacoli), Claudio Mazzaufo (Salti, lanci e prove multiple), Antonio La Torre ad interim (marcia, mezzofondo prolungato e maratona), Paolo Germanetto (responsabile tecnico corsa in montagna, trail e ultradistanze). Tra questi non compare per il momento Stefano Baldini che ha lasciato dopo sei anni intensi, ma La Torre non perde le speranze: “Per Baldini la porta è aperta, dobbiamo lasciare il tempo alle persone per riflettere: non è un corteggiamento infinito, ma spero di poter risolvere la situazione perché questo darebbe una forza ulteriore alla nostra squadra”.
Da Berlino a Tokyo il movimento dell’atletica italiana non può che ripartire da Filippo Tortu: “Lui per primo sa cosa è mancato a Berlino, ma dovremmo avere un po’ di conoscenza dei fatti, è stato più bravo il suo sponsor a capire il valore del 10.08 in finale che tutta l’atletica italiana – ha sottolineato La Torre – la preziosità di Filippo è quella di togliere gli alibi al resto del gruppo. Dietro Tortu vorrei che tutti guardassero verso l’alto”.