Continuano a stupire le prestazioni di Alexander Shevchenko. Dopo il secondo torneo dell’ATP Challenger Tour della carriera vinto a gennaio in quel di Tenerife, Il tennista russo classe 2000 ha raggiunto la finale anche nel primo ATP Challenger 175 della stagione a Phoenix, dove si è dovuto arrendere ad un mai domo Nuno Borges che lo ha rimontato e battuto per 4-6 6-2 6-1. Un problema fisico alla gamba sembra aver rallentato le prestazioni dell’allievo di Gunter Bresnik, ma il mancato secondo titolo stagionale non cancella un’altra settimana positiva in Arizona, dove partendo dalle qualificazioni è riuscito ad eliminare due giganti del tennis mondiale come Gael Monfils e Matteo Berrettini.
Le due vittorie (nel primo turno del main draw contro il francese per 6-4 6-7 6-3 e nei quarti contro il romano per 6-4 3-6 6-3) sono arrivate dopo lunghe battaglie, e questo non è un caso; Shevchenko è un tennista di grande sostanza, votato più alla solidità che alla spettacolarità, in grado per le prime volte in questa stagione di aumentare il numero di colpi vincenti e soprattutto la percentuale di punti vinti al servizio, miglioramenti che lo hanno portato ad un passo dal secondo titolo stagionale. In terra statunitense il portoghese Borges ha dovuto inseguire per tutto il primo parziale vedendosi continuamente annullate le occasioni di rimonta, ma è stato altrettanto bravo ad infilarsi a capofitto al primo segno di cedimento del russo che questa volta ha subito la rimonta definitiva.
Il 2023 di Shevchenko è paradossalmente iniziato male, con la sconfitta del primo turno del torneo di Canberra e quella del primo turno di qualificazione degli Australian Open. Il russo era perciò si era poi spostato verso Tenerife per i tre tornei dell’ATP Challenger Tour organizzati da MEF Tennis Events. Da numero 157 del mondo in terra canaria, il ventiduenne russo ha trovato fiducia nei suoi mezzi; da un atteggiamento che appariva tanto dispendioso quando infruttuoso, ‘Sasha’ ha cominciato a trovare gli impatti giusti e guadagnare fiducia.
Servizio potente, colpi da fondo solidi e qualche variazione come la palla corta sono diventati la normalità, e sul cemento della Abama Tennis Academy è arrivato il secondo Challenger della carriera (il primo sul veloce dopo la terra di Bratislava). Ernests Gulbis, Nick Hardt, Lorenzo Giustino, Francesco Maestrelli ed infine Sebastian Ofner: 5 battaglie che gli hanno fatto guadagnare la stima di tanti appassionati accorsi per vederlo alzare l’ATP Challenger 100 e guadagnare posizioni pesanti in classifica.
Tra i tanti appassionati e tifosi che si esaltano nel vedere il tennis fatto di Shevchenko, ce n’è uno in particolare che soffre e non poco. Si tratta del papà, che lo accompagna spesso durante i tornei e che non riesce a guardare un singolo punto del proprio figlio. Spesso nel corso delle partite, soprattutto quelle importanti, è possibile vederlo lontano dagli spalti seguire il match dal telefono, sofferente come se in campo ci fosse lui.
Tra l’estremo sentimento d’affetto ed un pizzico di scaramanzia, il suo ragazzo torneo dopo torneo si sta guadagnando l’ingresso in top 100 e si è fatto conoscere ai più per le ottime prestazioni tra Tenerife e gli Stati Uniti, motivo per il quale non deve sorprendere più di tanto la vittoria contro un Matteo Berrettini non ancora al 100%. Adesso sarà lecito aspettarsi un periodo di adattamento ad un livello tennistico sempre più alto, poi arriverà il momento delle conferme. Nel frattempo però, Alexander Shevchenko non può che essere contento per il grande salto che è finalmente arrivato.