“Papà sta bene, grazie. Insomma un pochino meglio. I medici ci hanno spiegato nei dettagli tutto il percorso che dovrà seguire. Ci danno molte notizie e per fortuna positive. Ma la migliore è che oggi siamo già qui, per la riabilitazione, ed è passato soltanto un mese, un mese esatto dall’incidente. Non è più in pericolo di vita, ed è già molto, ma ha davanti a sé un percorso ancora lunghissimo, e lo sappiamo, siamo preparati”. Il figlio di Alex Zanardi, Niccolò, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato delle condizioni di suo padre, il campione degli sport paralimpici protagonista suo malgrado di un gravissimo incidente nei pressi di Siena che lo ha costretto a lottare tra la vita e la morte. Il peggio ora è passato, ma il percorso è lungo: “Siamo anche contenti perché il suo recupero è stato molto più veloce di quanto ci aspettassimo. Ma non bisognerebbe sorprendersi: questo è papà. È incredibile l’energia di quell’uomo, ha una forza straordinaria. Interagire ancora no, è un’altra cosa. Ma adesso ci sono segnali incoraggianti. Ripeto, ci vorrà ancora molto tempo. A differenza di mia madre, io vorrei dirvi di più sulle sue condizioni. Vorrei rispondere alle domande di tutte le persone che gli vogliono bene e che ci scrivono per avere sue notizie. Ma davvero neanche noi sappiamo come andrà. Sente la nostra presenza. Noi gli stiamo sempre accanto. Anche a Siena, del resto, siamo sempre stati lì con lui. Non ho mai perso uno solo dei miei turni al suo fianco in ospedale. Con la mamma abbiamo fatto tutti i giorni la spola, trecento chilometri al giorno tra andata e ritorno”.
Il recupero di Zanardi sarà complicato, ma già sono iniziati tutti quei piccoli processi per tentare di comunicare con la leggenda dello sport italiano: “Gli parliamo, certo. Ora che non è più sedato si può. Prima era proprio controindicato. I medici ci spiegavano che stimoli esterni avrebbero interferito con la sedazione. Adesso invece ci dividiamo i compiti: noi diamo gli stimoli affettivi, i medici quelli neurologici. Il problema della vista è il meno per adesso. Quel che conta è sapere se potremo di nuovo riuscire a comunicare con lui. Abbiamo una lunghissima strada davanti, ma finalmente è una strada in discesa”.
Niccolò racconta anche lo stato d’animo di sua madre e anche come lui stesso ha vissuto questa tragica vicenda: “È molto stanca, provata. Però è un po’ più tranquilla. E poi ci sono io con lei. Ho 21 anni. Quando accadde il primo incidente, a Berlino, non potevo fare nulla per aiutarla, ero molto piccolo. Avevo solo tre anni e infatti non ricordo nulla. Questa volta, invece, tocca a me essere l’adulto di casa. Sono davvero dovuto crescere in fretta in questo periodo, ma va bene”.