Il 2023 del Milan parte nel migliore dei modi, con una vittoria meritata e quasi mai in discussione ottenuta su un campo caldo e insidioso, che di certo poteva rivelarsi una trappola, come quello dell’Arechi. Così, però, non è stato, e contro la Salernitana arriva un successo di misura ma che non racconta del tutto quanto visto. Perché nel primo tempo, al netto dei primi cinque minuti di grande pressione dei campani, la squadra di Pioli ha dominato in lungo e in largo, sembrando quella dei tempi migliori, la versione che poi ha portato alla conquista dello scudetto. Cinica, veloce, in controllo: ed è così che Leao l’ha sbloccata, con uno sprint dei suoi che non trova del tutto preparato Ochoa.
La presenza di Memo, leggenda del Messico ammirata in Italia ogni quattro anni ai Mondiali, dal primo minuto era tra i tanti motivi di interesse di questa partita, e il portiere in effetti non tradisce: tantissime parate, alcune prodigiose, a cancellare l’incertezza del primo gol e a tenere in piedi il risultato. In ogni caso, non può nulla sullo 0-2 di Tonali, dopo un’azione insistita di voglia di leadership, di chi è sceso in campo con un unico obiettivo, quello di vincere e mettere pressione al Napoli che gioca stasera.
Nel racconto della partita stona allora un po’ il finale, che arriva peraltro dopo lo 0-3 cancellato dal Var e dall’atteggiamento di Brahim Diaz, che fa di tutto per assumersi la paternità di un gol non suo, ma di Tomori, e che viene però pizzicato in fuorigioco. Si resta 0-2, a quel punto Nicola ci crede e in campo ci va anche Bonazzoli, uno che sa come segnare nei finali. E ci riesce anche oggi, bucando Tatarusanu sul secondo palo e dando nuova linfa al finale. Otto minuti e recupero in versione extralarge come ai Mondiali, ma non cambia il parziale e così Pioli può festeggiare una vittoria da squadra matura, che ha deciso di complicarsi un po’ le cose nel finale, ma che parte col piede giusto in questi cinque mesi intensissimi in cui può ancora succedere di tutto.