Guai per Andreas Sargent Larsen, tuffatore azzurro e specializzato nella piattaforma da 10 metri. Il 25enne di origini keniane e danesi dovrà infatti comparire il prossimo 25 giugno in un’aula del Tribunale di Roma dopo essere stato rinviato a giudizio per atti persecutori. Ad accusare Larsen è l’ex compagna di squadra e fidanzata, con i fatti che risalgono a quattro anni fa: i racconti di un rapporto ossessivo e violento, con episodi che avrebbero visto presenti anche componenti degli staff tecnici.
“Mi ha stretto il collo fino a farmi sanguinare, mi ha soffocata due volte con un cuscino – ha raccontato agli inquirenti l’ormai ex tuffatrice – A volte perdeva la calma e mi costringeva a scendere dalla macchina, diceva che andava a schiantarsi. Era ossessionato dalla possibilità che uscissi con un altro tuffatore e lo ha aggredito in trasferta davanti a tre allenatori.” Il tutto seguito da pedinamenti che sarebbero continuati anche dopo la fine della relazione.
Una situazione interna alla Federnuoto ma con possibili ulteriori risvolti, visto che il padre della ragazza ha affermato come la figlia sia stata esclusa e allontanata dalla Nazionale. Nel frattempo tra gli atti dovuti c’è anche il ritiro da parte della Polizia della pistola d’ordinanza di Larsen, che è un atleta delle Fiamme Oro. Il 25enne lo scorso anno era stato anche squalificato dalla Procura Antidoping per tre mesi (12 aprile-11 luglio) per violazione al Codice antidoping: ad un controllo era stato trovato positivo al Carboxy-THC. Intanto la Federnuoto ha chiesto gli atti alla Procura.