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WTA Stoccarda 2018, Sharapova: “So che posso vincere Slam”, Garcia: “Sconfitti i fantasmi del 2011”

Maria Sharapova
Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

Da Stoccarda, Giulio Gasparin

È stata una battaglia a tutto campo quella che ha visto protagoniste Caroline Garcia e Maria Sharapova nel primo turno del torneo WTA Premier di Stoccarda. Dopo un inizio dirompente della tennista siberiana, la Garcia ha trovato il proprio gioco e, anche grazie ad un leggero calo della sua avversaria, ha rimontato fino alla vittoria. Per entrambe si è trattato di un match importante per il momento della stagione e la lotta, anche mentale, che è stata richiesta ad entrambe.

“Posso uscire da questo match con molto per cui essere soddisfatta: non avevo giocato alcun match per parecchio tempo e non è mai facile rientrare e giocare un buon primo set come ho fatto,” ha spiegato la Sharapova: “ho fatto le cose giuste, servito bene e fatto pochi errori. Mi sono sentita bene fisicamente e anche se ovviamente non era il risultato che volevo, specialmente dopo essermi trovata avanti nel terzo set, ci sono tante cose per cui posso sentirmi soddisfatta, magari non subito ecco!”

La numero 41 del mondo ha anche recentemente interrotto la propria collaborazione con Sven Groneveld per tornare ad un altro personaggio chiave della sua carriera: Thomas Hoegstedt.

“Ovviamente non è mai facile prendere questo tipo di decisioni, ma penso che non esista un brutto momento per fare la scelta giusta,” ha spiegato la 5 volte vincitrice di slam: “Non è mai facile lasciare qualcuno che è stato al tuo fianco per tanto tempo, con cui hai condiviso molti successi; un allenatore per cui hai un grande rispetto e che è stato non solo un coach stupendo, ma anche un mentore. Però penso che entrambi avessimo capito che era arrivato il momento. Thomas è già stato parte di un team con cui ho avuto grande successo in passato e poi ci siamo ritrovati contro e apprezzo il fatto che possa portare feedback ‘dall’altra metà del campo’. Per ora non abbiamo un accordo vero e proprio, vediamo come va una settimana alla volta.”

La campionessa russa ha anche ribadito che questo cambio è in linea con la consapevolezza che può ancora dire la sua ad alti livelli, nonostante la sconfitta odierna la relegherà fuori dalle prime 50 del mondo: “Una volta che vinci un torneo dello Slam e conosci le sensazioni del gioco che serve per vincerli, il tuo obiettivo è quello di poterle replicare. È lo stesso per me, anche se preparo un torneo minore con la stessa metodologia di uno Slam è perché così posso essere pronta per gli Slam. Se ritenessi che non possa replicare quel livello, non penso che sarei qui.”

Anche per la tennista transalpina questo match è stato estremamente importante, soprattutto dal punto di vista mentale, poiché arrivava a questo incontro con 4 sconfitte in altrettanti precedenti, su tutte il famoso secondo turno del Roland Garros 2011, quando ancora giovanissima si era trovata un set e 4-1 in vantaggio: “Tutti si ricordano di quel match e tutti ne parlano, forse proprio per quello ho sempre voluto riuscire a vincere contro di lei, ma in passato non ce l’ho mai fatta.”

“Lei è partita davvero forte,” ha spiegato la Garcia: “In un attimo si è portata avanti di un break e non sono più riuscita a riprenderla. Poi penso di essere migliorata al servizio, anche perché ho notato che la prima in kick le dava molto fastidio e quindi ho provato ad usarla di più e ha pagato. Il secondo set è stato molto combattuto e una volta al tiebreak mi sono portata sul 6-3 e in un momento ci siamo trovate sul 6-6, eppure sono rimasta positiva e con un gioco aggressivo ho chiuso il set.”

Il terzo set non è stato da meno, con la russa subito in vantaggio di un break, ma questa volta la francese è tornata sotto immediatamente, trovando poi l’allungo decisivo: “ho continuato a rispondere aggressiva, nonostante lei mi abbia sommerso di ace (17 n.d.a.), penso di aver risposto bene e questo le ha messo un po’ di pressione, mentre io sentivo che il mio servizio mi dava sempre più punti facili. Penso che questa sia stata la chiave a fine partita.”

Per la ventiquattrenne c’è stato anche tempo per qualche battuta, dato il suo amore per le macchine e il tempo passato al museo della Porsche: “Adoro le macchine ed il museo è stata un’esperienza incredibile. Anche per questo sarebbe bello vincere la macchina che è in fondo al campo qui, anche se ancora non ho la patente! Anzi, anche a casa ho una macchina mia, una sportiva ovviamente… però penso che sia meglio avere una macchina e dover ancora fare la patente che il contrario, no?”

Dovesse vincere il torneo, sappiamo come passerà la prossima off-season.

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