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PALERMO – E’ una Jil Teichmann euforica e allo stesso tempo concentrata quella che si presenta in conferenza stampa al termine del match vinto contro Liudmila Samsonova in semifinale al torneo Wta di Palermo 2019. La svizzera, testa di serie numero otto del tabellone, ha avuto la meglio per 6-3 6-1 della russa che da lucky loser aveva disputato fin qui un torneo sopra le righe: “Samsonova è stata molto aggressiva, lo sapevo, ha un modo di giocare rognoso. Ho cercato di essere solida al servizio e aggressiva quando avrei potuto, lei ha risposto con due controbreak ai miei break ma la mia solidità in risposta ha fatto la differenza e ne ho trovato un terzo. E’ stata la svolta”.
IL SALTO DI QUALITA’ – La Teichmann ha già vinto un torneo in questa stagione a Praga ed è riuscita a fare un importante salto di qualità che l’ha portata a giocarsi un’altra finale a distanza di due mesi: “I segreti del mio miglioramento? Lavoro duro, piccoli cambiamenti nel mio gioco per renderlo più consistente. Ho fatto molti progressi a livello mentale e questo ha portato a diversi miglioramenti nel mio modo di giocare. Mentirei se dico che non ci penso al fatto che potrei vincere il mio secondo torneo del circuito maggiore, sarebbe fantastico. Sono migliorata sulla terra rossa, ho acquisito maggior fiducia in me stessa su questa superficie. Non penso alla stagione sul cemento per ora, sono estremamente concentrata su Palermo, la mia mente va alla finale di domani”.
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IL RAPPORTO CON LE ALTRE SVIZZERE – La Teichmann ha poi parlato del movimento tennistico svizzero femminile in un paese che vive della luce propria di Roger Federer: “E’ difficile per me essere paragonata al mio connazionale Roger Federer. Ma posso dire come ci sono cinque svizzere nella top-100, Belinda Bencic in ottima posizione per fare un nome, la Svizzera è un paese piccolo e questo dato è molto importante. Ancora non mi conoscono (ride ndr), sono giovane, ci sarà tempo”. Importante per la Teichmann proprio il rapporto con le altre connazionali, con le quali spende del tempo anche fuori dal campo: “Fed Cup? Siamo prontissime. Siamo cinque in top-100, assieme siamo forti. Abbiamo un grande rapporto noi elvetiche, ci sentiamo anche giornalmente, organizziamo delle cene e ci divertiamo fuori dal campo. E nel corso dell’anno ci supportiamo a vicenda coi messaggi”.
“BERTENS? AMO LE SFIDE” – L’elvetica vanta un passato da numero tre Junior, poi il passaggio a professionista e all’età di 22 anni la sensazione che il salto di qualità sia finalmente arrivato: “Ero numero tre al mondo da Junior, passando a Pro è quasi come ricominciare da zero. Ci sono giocatrici che sono forti da Junior e poi non rendono quando diventano professioniste e accade anche il contrario. Io sto cercando di migliorare, con questa finale ho fatto un bel salto in avanti nel ranking, a poco a poco voglio guadagnare posizioni”. Inevitabile una domanda sulla possibile rivale in finale, ancora non nota nel momento della conferenza: “Ho giocato spesso contro la Badosa, conosco come gioca perché l’ho affrontata più volte. Siamo anche amiche fuori dal campo, ma in campo non esiste l’amicizia. Ho affrontato anche la Bertens, nel mio primissimo torneo Wta giocato, lei all’epoca era la numero 98 al mondo, direi che è un po’ diverso adesso (ride ndr). Amo le sfide, contro di lei lo sarebbe”.
FUORI DAL CAMPO – La svizzera in conferenza stampa ha dimostrato ancora una volta tutta la propria simpatia e spiegato come la sua personalità sia il frutto dei suoi anni vissuti in Spagna e dell’educazione di tipo svizzero: “Mio padre è molto estroverso, ho preso questo aspetto da lui. Sono ordinata come una vera svizzera, mischio le due cose visto il mio legame con la Spagna”. Ed è una scoperta per la svizzera che il proprio allenatore Karim Perona abbia già giocato in passato a Palermo conquistando le semifinali dopo aver battuto Ferrer nel 2003: “Il mio coach qui ha fatto la semifinale? Non me lo aveva detto, lui è un genio, una leggenda (ride ndr). Ha bei ricordi di Palermo, me lo dice spesso”.Â
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