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PALERMO – Stanca, felice, orgogliosa. Liudmila Samsonova ha raggiunto le semifinali del torneo Wta di Palermo 2019 da lucky loser e si tratta del risultato più importante della sua carriera. In conferenza stampa la tennista russa, ma che abita in Italia da quando aveva un anno, non nasconde tutta la propria soddisfazione per questa vittoria in tre set contro la francese Fiona Ferro col punteggio di 6-7(4) 6-3 6-4: “Sapevo che sarebbe stata durissima, non credevo di poter fare così bene. La Ferro era la giocatrice più in forma del torneo, veniva da diverse vittorie. Ho fatto un gran match. La chiave è stata la mia calma e la mia voglia di provare a fare le cose che ci eravamo detti prima della partita mi ha aiutato. E’ stato decisivo il rovescio oggi, lei martellava abbastanza da quel lato. Ho migliorato tanto questo colpo con Alessandro Piccari”.
Querelle tra la Ferro e il pubblico di Palermo, con uno spettatore che si era alzato disturbando la concentrazione della francese in un game che ha poi portato al break subito: “Io ho visto che c’era un signore che si muoveva – ha spiegato la Samsonova – però non ho sentito il dialogo tra la Ferro e la persona del pubblico. Poi i tifosi si sono forse incazzati con lei e mi hanno supportato tantissimo, sono stati fondamentali”. Per la Samsonova la svolta è arrivata dopo la sconfitta nelle qualificazioni che sembrava averla estromessa dal torneo: “Sono tre partite che gioco allo stesso livello, sono molto contenta, vuol dire che un po’ di costanza l’ho trovata, dopo la partita persa nelle qualificazioni ho pensato ai miei errori”.
In semifinale la russa se la vedrà contro la svizzera Teichmann, testa di serie numero otto del tabellone: “Non voglio pensare a quale risultato ottenere a questo punto, vorrei giocare ancora una partita di buon livello. Gioco contro la Teichmann? Non lo sapevo, giuro, non guardo mai il tabellone. Con la svizzera c’ho giocato un anno fa e so che è molto fastidiosa”, conferma Liudmila. “L’ho affrontata al Tiro a Volo a Roma e lei sarà avvantaggiata visto che ha giocato per mezzora e ben prima di me. Non sono stanca comunque”.
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La Samsonova non è nuova a vittorie contro avversarie che la precedono nettamente nel ranking, che peraltro con questo successo può migliorare sensibilmente: “Ho già battuto in carriera cinque delle otto prime cento che ho affrontato – ricorda – la Zidansek quella con la classifica migliore. Questo mi dà molta fiducia, in passato ci sono stati momenti in cui ho dubitato di me stessa, ma non negli ultimi due anni. Oggi è il miglior risultato della mia vita. Farò un balzo in classifica, ma non troppo visto che la prossima settimana dovevo difendere 60 punti a Segovia”.
Tre anni fa l’interruzione del rapporto con il coach Alessandro Piatti. Una fine brusca quella della loro collaborazione, e la Samsonova non perde occasione per sollevare una piccola polemica: “Nel 2016 Alessandro Piatti mi ha mollata. Evidentemente non credeva più in me, io sarei rimasta lì con lui per anni. A questo punto ringrazio il cielo per il fatto che mi ha mandata via. Mi dette delle spiegazioni legate all’allenamento e più su cose mie personali, non era contento di certe cose ma per me era una scusa per scaricarmi. Non ha avuto il coraggio di dirmi che non credeva più in me”.
Elogi, invece, per il comportamento di Tatiana Garbin nei suoi confronti. Il capitano azzurro di Fed Cup è stata l’unica persona che ha provato a prendere a cuore la situazione legata al suo doppio passaporto, ma la possibilità di giocare per l’Italia è andata in fumo: “Ho parlato spesso con la Garbin, un anno siamo andati a parlare per i contributi, ma non c’era il passaporto. Lei mi diede il numero di telefono di una signora, questa doveva aiutarmi ma poi mi ha detto che non poteva fare nulla. La Garbin non poteva ancora tenermi in considerazione per la Fed Cup, ero ancora 800 Wta. Lei però è stata l’unica che un po’ ha provato a far qualcosa. Potrei giocare per la Russia? Sono tredicesima in Russia, non è facile. Sicuro che se gioco la Fed Cup per una nazione resta quella. Io mi sento russa. Ho giocato sotto la bandiera italiana in passato per il motivo dei contributi, non per altro”. Russa, un po’ italiana, da quest’estate con Palermo nel cuore.
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