Dall’inviato a Linz, Giulio Gasparin
Non deve essere stato facile chiamarsi Margarita Gasparyan negli ultimi tempi: più di un anno di inferno, tre operazioni e la paura che sui campi da tennis non ci potesse mai più metter piede. Poi la luce. Il primo titolo WTA dopo oltre tre anni ed ora anche la prima vittoria contro una giocatrice tra le prime 10 del mondo. Sembra incredibile, nel parlare con questa ragazza sorridente e gentile la cui voce suona dolce con un marcato ma piacevole accento russo, che la stessa persona sia la lottatrice instancabile e piena di carattere che ha appena vinto un match di cuore sul centrale del WTA Linz sulla numero 10 del mondo, Kiki Bertens.
“Questa vittoria è davvero speciale per me, è un’emozione difficile da spiegare, ma sono incredibilmente felice,” ha spiegato la russa con un sorriso sincero e contagioso: “in questo periodo sto giocando bene, ma non ne sono sorpresa: ho lavorato duramente per poter essere qui e in questa condizione. Certo, non penso sia normale e scontato che sia così, ma penso di meritarmelo.”
La moscovita è arrivata a Linz con ritrovata fiducia dopo aver conquistato in Uzbekistan il secondo titolo WTA in carriera, un traguardo incredibile dopo l’aver passato più di un anno lontana dal tennis e tre operazioni per poter riprendere: “Tashkent è stata una settimana incredibile. Ho vinto il mio primo torneo dopo tantissimo tempo, per cui sono davvero contenta di riuscire a continuare a vincere match, fa bene alla mia fiducia.”
“Non voglio ricordare i lunghi mesi che sono rimasta ferma: è stato un periodo difficile, davvero duro, e che mi riporta brutte memorie. Però ora è passato, e questo è l’importante. Ora posso giocare a tennis e ogni match ha un sapore speciale perché ora voglio esserci e lottare ogni partita, fino alla fine. Mi è difficile spiegarlo, ma è qualcosa di unico e ogni vittoria vale più che prima dell’infortunio.”
. @OFC_MGasparyan on her first top 10 win at #WtaLinz "i am not surprised by my level, but I worked very hard and I think I deserve it. I don't want to remember this long and tough time I've been out, it's a bad memory, but now every match I am happy to be on court. It's special" pic.twitter.com/3BZO7pNajo
— Giulio Gasparin (@GiulioGasparin) October 11, 2018
I segnali di un ritorno ad alti livelli, però, erano già arrivati prima dell’autunno, quando a New York City, era tornata a calcare i campi di uno slam, grazie al ranking protetto. In quell’occasione, però, il tabellone non le aveva arriso, mettendola contro la campionessa di Wimbledon: “Contro la Kerber agli US Open è stato un momento molto speciale, perché dopo tanto tempo che non giocavo un torneo così grande è stato emozionante trovarmi contro una giocatrice così forte in uno stadio enorme e pieno di gente. Ovviamente ero nervosa, ma comunque volevo giocarmi le mie chance e combattere su ogni punto. L’averlo fatto e l’aver giocato una bella partita mi ha dato tanta sicurezza per questo autunno.”
E quel match, seppure perso, ha portato ad una nuova consapevolezza, quella di poter tornare al livello delle migliori del mondo. Quella convinzione si è così manifestata in terra d’Austria e a farne le spese è stata Kiki Bertens: “Di questa mia prima vittoria contro una top 10 prendo come spunto più importante la sicurezza in me stessa e nelle mie chance di vittoria: è stato un incontro pieno di tensione, sia per lei che per me, ma non ho mai smesso di credere che potessi vincere. Per esempio, contro la Kerber avevo una voce nella mia testa che ogni tanto mi diceva ‘ahi-ahi-ahi, forse non sei ancora pronta, non ancora’. Ma oggi invece mi diceva ‘oggi puoi vincere e vincerai’.”
Nonostante il peggio sia passato, la moscovita deve scendere in campo ancora evidentemente fasciata e ‘incerottata’.
“Purtroppo, sto usando ancora tanto tape, forse non sono molto belli, specie quando ne sono tappezzata, ma mi servono. Mi piacerebbe poter viaggiare con un fisioterapista in futuro, ma al momento non ne ho la possibilità, perché ne ho bisogno. Il mio corpo non è ancora pronto a sostenere il peso del tennis professionistico a tempo pieno: dopo un match lungo e tirato sento che il mio corpo duole in diversi punti, anche solo a livello muscolare, per cui ho bisogno dei tape.”
Con la stagione agli sgoccioli, la Gasparyan si trova in lotta per un posto nel tabellone principale dello slam australiano, da cui dista circa un centinaio di punti, in attesa di giocarsi i quarti di finale a Linz. Si tratta di un obiettivo concreto, ma non per questo sacrificherà il bisogno di riposare il suo fisico per raggiungerlo ad ogni costo: “Prima di giocare Tashkent non pensavo alla possibilità di entrare nel maind raw degli Australian Open, perché avevo bisogno di davvero tantissimi punti. Non che non volessi o non ci pensassi, però non lo credevo possibile. Poi è arrivata la vittoria e con quella tanti punti e ora non dico che sia facile, però è più vicino questo traguardo. Certo, dipenderà da come andrà qui e nelle prossime settimane. In ogni caso, da qui alla fine dell’anno ci sono massimo 3-4 tornei ancora e non penso proprio che ne farò altri.”
Comunque vada a finire questa sua rincorsa al tabellone principale di Melbourne, è un bene per il tennis l’aver ritrovato una combattente agguerrita e talentuosa come la Gasparyan, il cui rovescio ad una mano è nato quasi per vezzo, perché attorno agli 11 anni era una grande fan di Roger Federer e aveva deciso di abbandonare il colpo bimane. Quella stessa caparbietà le è servita per tornare dagli infortuni che l’hanno allontanata dal tennis e con la stessa tenacia saprà tornare ad un ranking che più le si addice.