L’anno di Sloane Stephens, tra le protagoniste delle Wta Finals di Singapore 2018, in realtà non è cominciato nel migliore dei modi. La giovane statunitense, che solo 4 mesi prima aveva incantato New York portandosi a casa il suo primo Major, viene sconfitta all’esordio a Sydney da Camila Giorgi ed a Melbourne riesce a perdere un match in cui era avanti 6-2 5-4 e servizio contro l’ostica Shuai Zhang.Le prestazioni non migliorano ad Acapulco, dove Stephens vince, è vero, le sue due prime partite dell’anno, contro Parmentier e Rus, ma viene estromessa ai quarti di finale da Vöegele, in un altro match rocambolesco che vede la giovane americana arrendersi 6-2 al terzo set. Sul cemento americano primi segni della tennista devastant eche il tennis a stelle e strisce sogna possa diventare la nuova Serena Williams. A Indian Wells perde al secondo turno da una splendida Daria Kasaktina, che si arrenderà solo in finale a Naomi Osaka, mentre a Miami infila sei vittorie, una dietro l’altra, portandosi a casa il primo Premier Mandatory della sua giovane carriera.
La stagione sulla terra non è esaltante per la 25enne di Plantation, che perde subito all’esordio a Stoccarda contro Coco Vandeveghe. A Madrid e a Roma viene estromessa rispettivamente da Karolina Pliskova e Garcia agli ottavi di finale. E dopo aver deluso anche a Norimberga, eliminata in una partita lunga e nervosa da Putinseva, arriviamo al secondo appuntamento slam, il Roland Garros. La versione parigina di Sloane è la migliore della stagione. La statunitense domina nel vero senso della parola tutte le avversarie, tranne un’ispiratissima Camila Giorgi, che al terzo turno le toglie un parziale prima di perdere 8-6 al terzo set. In finale si trova di fronte Simona Halep, all’affannosa ricerca del suo primo Major. Stephens gioca un primo set da urlo, coprendo il campo in modo eccellente e mostrando una calma olimpica nel gestire qualsiasi scambio del match. Quando è avanti 6-3 2-0,ecco però l’inattesa svolta del match. Halep tiene il servizio nel terzo gioco più di rabbia che di raziocinio e pian piano risale la china. L’americana perde campo e con esso la pazienza. Così dal 6-3 4-4 crolla conquistando un solo gioco e mancando così la ghiotta opportunità di salire a quota 2 Major.
Dopo una brevissima ed infelice parentesi sui prati dell’All England Club, dove viene sconfitta al primo turno in due set da Donna Vekic, Sloane si sposta nuovamente in America, dove gioca uno strepitoso torneo a Montreal e viene sconfitta in finale da Simona Halep, ancora al terzo set.
A Cincinnati, la settimana dopo, ad eliminare Stephens, provata probabilmente dalle fatiche della settimana precedente, è invece la belga Mertens. Si arriva dunque all’ultimo grande appuntamento a livello Major, lo US Open. La beniamina di casa è chiamata a difendere il torneo e approda facilmente ai quarti di finale demolendo in 2 set tutte le avversarie, tra cui agli ottavi l’ucraina Elina Svitolina. A fermare l’uragano Sloane ci pensano tuttavia i back e le smorzate di un’ispirata Anastasja Sevastova, in una partita ventosa e molto calda, che vede l’americana svegliarsi soltanto sotto 6-2 4-1, decisamente troppo tardi per recuperare il match.
La tournée asiatica vede la tennista di Plantation arrendersi nuovamente a Donna Vekic sul cemento di Tokyo e successivamente ad Anett Kontaveita Wuhan. A Pechinosi ferma invece contro Cibulkova, dopo aver sconfitto Pavlyuchenkova e Zhang.
IL MOMENTO DI STEPHENS ED IL DEBUTTO ALLE FINALS DI SINGAPORE
L’anno di Sloane ha probabilmente messo in luce tutti i pregi e tutti i difetti di una tennista capace di dominare per lunghi tratti Simona Halep sulla terra rossa e come lei qualsiasi tennista attualmente in circolazione. La potenza dei colpi da fondo di Stephens ricorda molto quella di Serena, ma cosa davvero manca all’americana è probabilmente l’attitudine alla battaglia. Come ricalcato in precedenza, sono troppi i match persi al terzo di Sloane, peraltro sempre con parziali molto netti. Chissà che la rimonta subita a Parigi da Halep non le sia servita di lezione per comprendere che, nonostante abbia un tennis devastante, le partite si vincono soprattutto con la testa.
Tuttavia l’americana si merita pienamente il debutto alle Finals di Singapore, in quanto negli ultimi 2 anni ha mostrato progressi notevoli sotto tutti i punti di vista. È difficile pronosticare come gestirà il debutto al torneo e, considerata la rapidità dell’indoor di Singapore, è altresì complicato aspettarsi che Stephens domini gli avversari, come ha fattoal Roland Garros ed a Flushing Meadows, su superfici nettamente più lente e giocabili. Certo è che Sloane al 100% è una mina vagante, pericolosa per tutti, nessuna esclusa.