Per Naomi Osaka si tratta della prima qualificazione alle BNP Paribas Wta Finals di Singapore, in programma dal 21 ottobre al 28 ottobre, che vedrà le migliori 8 giocatrici dell’anno contendersi il titolo conquistato l’anno scorso da Caroline Wozniacki.
La giapponese giunge all’atto conclusivo dell’anno avendo disputato una stagione memorabile, condita da titoli prestigiosi come quelli vinti ad Indian Wells e a New York, dove la 21enne ha conquistato il suo primo titolo Slam battendo in finale il suo idolo Serena Williams.
CHI È NAOMI OSAKA
Naomi Osaka nasce il 16 ottobre 1997, da padre haitiano e madre giapponese. All’età di 3 anni la famiglia decide di lasciare il Giappone per trasferisci in Florida, dove una piccolissima Naomi inizia a calcare i primi campi da tennis, sotto la supervisione di papà Francois.
Ragazza dalla doppia cittadinanza, la Osaka si trova ben presto ad un bivio: giocare per la federazione del paese dove è nata, il Giappone, oppure per la federazione americana. Consigliata dalla famiglia, Naomi prende la prima importante decisione della sua giovane carriera, optando per la JTA (Japan Tennis Association). Una scelta sicuramente coraggiosa, ma che sta già portando i suoi frutti, visto che in Giappone la Osaka, complice l’exploit degli Us Open, è diventata un idolo.
Le prime apparizioni a livello ITF avvengono nel 2012, anno in cui a soli 15 anni Naomi conquista la prima semifinale ad Amelia Island. L’anno successivo la giapponese entra tra le prime 500 giocatrici del mondo, apparendo sporadicamente anche a livello Wta, nelle qualificazioni di Quebec e Tokyo. L’anno del grande salto è il 2016, quando Naomi, oltre a centrare la prima finale Wta nel Premier di Tokyo, riesce a raggiungere il terzo turno agli Australian Open, per poi confermare lo stesso risultato al Roland Garros e negli Us Open.
LA STAGIONE DELLA SVOLTA
Il 2018 è l’anno della consacrazione per la Osaka. La stagione inizia bene, la giapponese agli Australian Open gioca un buon torneo, arrivando fino al quarto turno, dove viene eliminata piuttosto nettamente da Simona Halep. La giovane giapponese gioca i tornei di Doha e Dubai, ma è ad Indian Wells che Naomi ottiene il primo grande exploit della stagione. Dopo aver battuto giocatrici del calibro di Maria Sharapova, Agnieszka Radwanska e Karolina Pliskova, la nuova stella del tennis femminile infligge un sonoro 6-3 6-0 alla numero uno del mondo Simona Halep. In finale la Osaka domina la coetanea russa Daria Kasatkina, lasciandole la miseria di 5 game e andando a conquistare con un colpo solo il primo titolo Wta e il best ranking al numero 22.Il mondo comincia ad accorgersi del potenziale di questa ragazza, capace nel torneo successivo, il Miami Open, di infliggere un netto 6-3 6-2 a Serena Williams, da poco rientrata nel circuito dopo la gravidanza. La stagione della Osaka accusa un lieve calo, complice il cambio di superficie dal cemento alla terra, dove la giapponese per caratteristiche e impostazione non riesce ad esprimere a pieno il suo gioco.
Al Roland Garros, dopo due vittorie abbastanza agevoli contro Sofia Kenin eZarina Diyas, viene estromessa ai sedicesimi di finale da Madison Keys. Sull’erba di Nottingham, raggiungendo la semifinale, la Osaka centra per la prima volta l’ingresso nelle prime 20 giocatrici del mondo, issandosi precisamente alla 18esima posizione del ranking mondiale.A Wimbledon la nipponica pone fine alla sua stagione su erba con la sconfitta al terzo turno contro Angelique Kerber, futura campionessa dei Championships.
Si torna sul cemento, nei tornei degli Us Open Series, dove in realtà la giapponese tradisce le aspettative che la vedevano come una delle potenziali favorite nei tornei di Washington, Toronto e Cincinnati. Il miglior risultato lo ottiene nella capitale degli States, giungendo in ottavi di finale dove perse contro pronostico da Magda Linette.
US OPEN 2018: OSAKA FA LA STORIA
I primi tre turni della Osaka sui campi di Flushing Meadows non lasciano spazio ad interpretazioni: la nipponica arriva ai sedicesimi di finale avendo lasciato alle malcapitate avversarie la miseria di 7 game in 3 incontri. Un percorso incredibile, che si complica nel match contro la bielorussa Aryna Sabalenka, che sarà l’unica a vincere un set contro la giapponese. Dopo aver passeggiato nei quarti contro Tsurenko e in semifinale contro Keys, finalista lo scorso anno, la Osaka si ritrova ad affrontare a distanza di pochi mesi nuovamente Serena Williams, sei volte campionessa a New York.
In un match nervosissimo, passato alla storia per le accuse rivolte dalla campionessa americana all’arbitro Carlos Ramos, la giapponese domina e trionfa con il punteggio di 6-2 6-4, dimostrando una freddezza ed un’imperturbabilità sicuramente atipica per una ragazza della sua età. La Osaka diventa la prima tennista nipponica a conquistare un titolo dello Slam, un titolo che le vale tra le altre cose l’ingresso nella top ten del ranking mondiale.
Dopo il trionfo newyorkese la tournée asiatica non tradisce le attese: Naomi arriva fino all’atto conclusivo nel Wta di Tokyo, fermata solo da Karolina Pliskova, mentre nel China Open, centrando le semifinali, si qualifica matematicamente per le Wta Finals di Singapore, diventando la terza tennista giapponese dell’Era Open a riuscire nell’impresa.