[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Per il terzo anno consecutivo Karolina Pliskova parteciperà alle WTA Finals di Singapore che avranno inizio domenica 22 ottobre. Ripercorriamo nel dettaglio il 2018 della tennista ceca, oramai stabilmente tra le migliori 8 del circuito.
L’ANNO DI KAROLINA PLISKOVA
Pliskova inizia il 2018 da protagonista disputando un ottimo Australian Open. Serve una grandissima Simona Halep ai quarti di finale per eliminarla piuttosto nettamente a seguito di una prestazione davvero impressionante della numero 1 al mondo. Segue la deludente parentesi in Qatar, dove è eliminata a sorpresa da Bellis, ed il buon torneo di Dubai (sconfitta nei quarti dalla tedesca Angie Kerber). La tournée americana vede la 26enne di Louny arrendersi ai quarti di Indian Wells ad una irresistibile Osaka, che poi trionferà conquistandosi il primo Premier della carriera. Pochi giorni dopo Karolina esce di scena anche a Miami, questa volta per mano della ex numero 1 al Mondo Viktoria Azarenka.
Si arriva così ai tornei su terra battuta ed ecco il primo titolo del 2018 per la ceca, che vince il Premier di Stoccarda lasciando per strada soltanto un set contro la russa Jelena Ostapenko. Ottimo anche il torneo di Madrid, dove è la connazionale Petra Kvitova ad eliminarla in semifinale in 2 combattuti set. Deludente invece la prestazione contro Maria Sakkari sul campo Pietrangeli di Roma, match che gli appassionati ricorderanno più per la sfuriata di Karolina contro l’arbitro che non per la brutta prestazione della ceca stessa, che uscirà tra i fischi. A Parigi Pliskova raccoglie soli 3 games al terzo turno contro Maria Sharapova, al termine di una prestazione ancora non alla sua altezza.
L’approdo sui manti erbosi non è felicissimo per Karolina, che perde piuttosto nettamente da Rybarikova a Birmingham e da Sabalenka a Eastbourne, questa volta dopo quasi 3 ore di gioco. A Wimbledon è Bertens invece ad eliminarla agli ottavi, ma la ceca era parsa non nella sua migliore forma già al turno precedente, quando si era trovata sotto di un set e di un break (quasi 2) contro la temibile mancina Buzarnescu.
In America sono sempre Bertens e Sabalenka, rispettivamente a Montreal ed a Cincinnati, ad eliminare l’attuale numero 5 del Mondo, che in questa parte centrale di stagione non sembra godere di troppa fiducia né di tanta energia fisica e mentale. A Flushing Meadows si intravedono segnali della giocatrice a tratti devastante che aveva conquistato l’anno scorso la prima posizione del ranking WTA. Ci vuole una Serena Williams perfetta per sconfiggere Karolina in 2 set nei quarti di finale dello Slam americano. Da lì in poi è un’altra Pliskova, che prima conquista il secondo titolo del 2018 a Tokyo e poi poche settimane dopo gioca un altro splendido torneo a Tjanjin, debellata in finale dalla francese Caroline Garcia.Ultima uscita sin qui, troppo brutta per essere vera, a San Pietroburgo contro la russa Vera Zvonareva. Chissà che non stia ricaricando semplicemente le batterie per lo sprint finale di Singapore.
I PRECEDENTI ALLE FINALS ED IL MOMENTO DI PLISKOVA
Terza partecipazione alle WTA Finals di Singapore per la tennista di origine ceca. 2 anni fa mancò l’accesso alle semifinali, perdendo partite del round robin contro Kuznetsova e Radwanska. L’anno scorso invece fu una delle protagoniste e si arrese in semifinale alla futura vincitrice del torneo Caroline Wozniacki. La superficie si adatta al gioco di Karolina, che ama comandare gli scambi con il servizio e con i primi due colpi dietro il servizio, nonostante sia migliorata notevolmente anche in difesa malgrado la sua altezza. Inoltre Pliskova è molto brava a preparare velocemente i fondamentali da fondo campo, riducendo l’apertura e sfruttando la velocità dei colpi e sull’indoor di Singapore questo può rivelarsi un’arma. La ceca ha disputato un 2018 continuo, nel quale non ha quasi mai perso da giocatrici a lei inferiori. Alle Finals, dove ci sono le migliori 8, servirà qualcosina in più, sia a livello di tennis che livello di carattere, per provare a conquistare il titolo di ‘maestra’.