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Le semifinali del Wta di Dubai 2020 hanno decretato le due finaliste, che portano i nomi di Simona Halep ed Elena Rybakina. La romena ha sconfitto in due netti e rapidi parziali la statunitense Jennifer Brady, con l’eloquente punteggio di 6-2, 6-0. La kazaka, invece, ha duramente lottato contro l’ostica opponente croata Petra Martic, riuscendo a spuntarla sul 7-6(5), 7-6(2) con grande caparbietà.
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L’ANALISI
Halep e Rybakina rappresentano due stili di gioco totalmente opposti. L’una, la romena, disegna le sue traiettorie per dar esplicitamente fastidio alle avversarie volenterose di comandare gli scambi da fondo, mediante spin potenzialmente letali e colpi difensivi strepitosi e di assoluto valore specifico. L’elasticità tennistica di Halep si risolve nei ribaltamenti tattici fra giocata difensiva ed offensiva, molto spesso determinanti. La kazaka invece palesa un tennis molto aggressivo, caratterizzato da una naturale velocità di palla sopra le righe, con conseguente pioggia di vincenti. Da questo punto di vista Rybakina si presenta come giocatrice più “moderna” fra le due, sulla falsariga di Naomi Osaka, Aryna Sabalenka, Amanda Anisimova. La finale si prospetta emozionante e ricca di colpi di scena, che vinca la migliore.
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