È stato terribilmente difficile scegliere il “match del giorno” della quarta giornata di Wimbledon. Radwanska – Konjuh è stata senza dubbio la partita più rocambolesca del torneo, con match point da una parte e dall’altra, un infortunio sul più bello per la croata e il finale 9-7 al terzo per Aga. Jiri Vesely ha riportato sulla Terra Dominic Thiem, dopo aver fatto altrettanto con Novak Djokovic a Montecarlo. Evidentemente il ruolo di ascensorista gli si addice. Partite avvincenti quanto a pathos anche Watson – Beck (meno, molto meno, quanto a qualità di gioco) e Olivetti – Barton, entrambe terminate con doppie cifre nei set decisivi (12-10 Beck e 14-12 Barton). Ma abbiamo scelto di dedicare qualche parola in più all’upset di giornata, seppur partita più deludente rispetto alle precedenti, almeno quanto a capovolgimenti di fronte e livello di gioco.
La sconfitta di Garbiñe Muguruza, infatti, non può lasciare indifferenti. Non è un evento così raro che la campionessa del Roland Garros esca prematuramente ai Championships (Li Na nel 2011, anche lei al secondo turno, mentre Francesca Schiavone addirittura all’esordio nel 2010), ma fa più impressione se si tratta della finalista uscente nonché numero 2 del mondo, per tanti destinata a salire l’ultimo gradino del podio in un futuro assai prossimo. Desta ancora più scalpore se a eliminarti è la numero 124 del ranking, e se in appena un’ora di gioco esci dal campo avendo racimolato soli cinque game. Ma la bella Garbiñe ha dovuto arrendersi alla legge di Jana Cepelova, che una volta l’anno si sveglia da top 5, e quando incappa in quelle giornate nemmeno Serena Williams può opporle resistenza. Due anni fa aveva sconfitto proprio Serena sulla terra verde di Charleston, l’anno scorso aveva battuto sul campo 1 di Wimbledon Simona Halep, allora testa di serie numero 3. Il verde della superficie è requisito essenziale per esaltarne le performance, e ancora una volta è il campo numero 1 dell’All England Club il teatro della sua impresa. La Muguruza non ha giocato bene, tutt’altro. Apparsa quasi impacciata, ha dato la sensazione di sentirsi scarica, fisicamente e mentalmente (a tratti ha commesso errori davvero elementari). Il saldo negativo di – 13 tra vincenti (9) ed errori forzati (22) non lascia spazio ad interpretazioni. Lei stessa ha dichiarato in conferenza stampa di sentirsi stanca, e di aver forse gestito male le tre settimane tra Roland Garros e Wimbledon, in cui dice che avrebbe dovuto concedere maggior spazio al riposo. Farà esperienza, questo è certo. Ciò non basta, però, a privare la Cepelova delle lodi che merita. La slovacca è alla quinta vittoria di fila ai Championships. Partita dalle qualificazioni, non ha ancora perso un set nel torneo. Oggi ha fornito una prestazione di grande solidità e aggressività da fondo. Ha costantemente dominato gli scambi, con intelligenza tattica ma senza strafare, perchè la sua avversaria non l’ha mai costretta a picchi di livello spropositati (sembra paradossale, viste le 122 posizioni in classifica a favore della Muguruza). Al prossimo turno, la Cepelova affronterà Lucie Safarova, contro la quale non parte chiusa nel pronostico, ma certamente sfavorita. Quella contro la Muguruza è stata la prima vittoria dell’anno contro una top 50, difficile che possa ripetere un exploit del genere a distanza di un giorno. In più, per il 2016 la grande impresa è stata ormai compiuta. Nel 2017, dopo aver colpito nelle stagioni precedenti le prime tre giocatrici del mondo, la legge della Cepelova punirà inesorabilmente la quarta giocatrice del ranking. Agnieszka Radwanska è avvisata.