Saranno Ashleigh Barty e Karolina Pliskova a contendersi il prestigioso torneo di Wimbledon. Una finale che vedrà opposte la numero uno del mondo e l’ottava forza del seeding, protagoniste di due settimane fantastiche. L’australiana ha superato in semifinale la tedesca Kerber, campionessa nel 2018. Un match non privo di insidie ma giocato molto bene dalla Barty, che ha annullato 5 delle 6 palle break ed ha conquistato il secondo set al tie-break dopo che la sua avversaria aveva servito per chiudere sul 5-3. Ancora più significativa la vittoria di Pliskova, capace di firmare una rimonta da applausi. Non è bastata neppure una Sabalenka da 18 aces per mandare al tappeto la ceca, che nonostante il primo set perso nel torneo, a suon di vincenti ed aces (ben 14) ha staccato il pass per l’atto conclusivo.
Per entrambe si tratta della prima volta in finale a Wimbledon, nonché della seconda finale slam. La differenza sta però nel risultato e nel palmarés: Barty trionfò infatti nel 2019 all’Open di Francia, mentre Pliskova fu sconfitta agli US Open nel 2016. La leader del ranking Wta conduce 4-2 nei precedenti, anche se la ceca si è aggiudicata l’unico precedente sull’erba.
UNA REAZIONE IMPORTANTE – Risultato tutt’altro che scontato da parte di Pliskova, reduce da un periodo piuttosto complicato. Superata al secondo turno del Roland Garros da Sloane Stephens, la tennista di Louny era uscita di scena all’esordio sia a Berlino che ad Eastbourne. Di conseguenza aveva salutato la Top 10 dopo quasi cinque anni (agosto 2021). Traguardo importante anche per Barty, reduce da un infortunio che aveva compromesso la sua stagione sulla terra rossa. La giocatrice aussie ha però reagito da vera campionessa ed ha ribadito di non essere numero uno al mondo per caso. Le giocatrici che possono dire di essere competitive su tutte le superfici non sono molte ed i risultati di Barty suggeriscono che Ash sia una di queste.
UN DATO INCREDIBILE – La finale raggiunta da Pliskova ha del clamoroso se si considera l’analogia con quanto accaduto nel 2020. Nel mese di settembre, Sofia Kenin fu infatti sconfitta per 6-0 6-0 da Vika Azarenka agli Internazionali BNL d’Italia e poco dopo raggiunse la finale al Roland Garros. La stessa statistica si è verificata nella stagione attualmente in corso: la giocatrice ceca è stata battuta con un sonoro doppio bagel da Iga Swiatek a Roma e, dopo neppure un mese, è in finale in uno slam. Pliskova è inoltre diventata la sesta giocatrice in attività ad aver raggiunto la semifinale in tutti e quattro gli slam.
RIMANDATE SABALENKA E KERBER – Termina in semifinale il torneo di Aryna Sabalenka ed Angelique Kerber, che escono di scena ad un passo dalla finale. Tuttavia, sarebbe ingiusto non citare i loro meriti oppure bocciarle per le rispettive sconfitte. Per la bielorussa si tratta di un punto di partenza e di un grande miglioramento rispetto al passato. Basti pensare che non aveva mai superato il quarto turno in un major ed aveva sempre dato l’impressione di non essere ancora pronta per il salto di qualità, specialmente a livello mentale. Non è accaduto ciò a Wimbledon, dove la nuova numero tre del mondo ha sconfitto giocatrici ostiche come Rybakina e Jabeur e si è arresa solamente all’esperta Pliskova. Applausi anche per Kerber, che dopo un periodo buio è rinata grazie ad una superficie da lei prediletta come l’erba. Prima di Wimbledon è arrivato il titolo a Bad Homburg (il primo in tre anni, l’ultimo era stato proprio Wimbledon 2018); sui prati di Church Road, invece, ottime prestazioni ed una convincente semifinale. La sconfitta contro la numero uno del mondo? Ci può stare.