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Wimbledon: Giorgi, dove eravamo rimasti? Ottavi di finale dopo 6 anni per sognare

Camila Giorgi Internazionali BNL d'Italia 2018
Camila Giorgi - Foto Adelchi Fioriti

Ci sarà ancora una traccia d’azzurro nella seconda settimana del tabellone femminile di Wimbledon 2018. Faticando, lottando e stringendo i denti, Camila Giorgi ha staccato il pass per gli ottavi di finale. La marchigiana, unica italiana al via nel main draw del terzo Slam stagionale, ha dovuto rincorrere a lungo prima di piegare alla distanza Katerina Siniakova: un match point annullato nel secondo set con un rovescio vincente, poi un tie-break che sembrava stregato con il dritto del 7-5 che si è stampato sul nastro. La Giorgi si è addirittura lasciata andare ad un urlaccio e fatto cadere la racchetta al terreno, ma al cambio campo sul 6-6 ha ripreso a martellare allungando al terzo set. Nonostante il break in apertura della ceca, l’inerzia è ormai cambiata: una malconcia Siniakova, reduce dalle battaglie vinte a oltranza con Vandeweghe e Jabeur, si è dovuta arrendere alle sportellate di una Camila che ha fortemente voluto questo risultato. Si tratta del suo terzo ottavo di finale Slam in carriera, il secondo a Wimbledon a sei anni di distanza dal primo: “All’epoca ero una ragazzina, ora sono più grande, più matura e ho alle spalle tanti match in più. E gioco meglio di allora. Sei anni sono tanti, sono cambiata ovviamente”. La speranza è quella di centrare i primi quarti di finale Slam: prossimo ostacolo è Ekaterina Makarova, che ha mantenuto la fama di “Giant Killer” negli Slam eliminando la testa di serie numero 2 Caroline Wozniacki. Una sfida inedita ma, valori alla mano, poteva andare decisamente peggio. Ma meglio dirlo sottovoce.

FABBIANO SI FERMA – Il suo mini-Wimbledon lo aveva già vinto: cinque partite portate a casa tra qualificazioni e main draw, con la meravigliosa vittoria in tre set su Wawrinka a coronare il tutto. Prevedibile e preventivabile una sconfitta con Stefanos Tsitsipas che si sta facendo largo sempre più tra i grandi a suon di sbracciate e colpi di talento, al pugliese non si può davvero rimproverare nulla. L’obiettivo adesso è quello di risalire nel ranking e puntare agli Us Open senza passare dalle insidie delle qualificazioni.

FEDERER E SERENA SI, VENUS NO – Il campione in carica mette in cascina un’altra vittoria in tre set e prosegue la sua striscia a Wimbledon, lo stesso fa Serena Williams (escludendo l’anno d’assenza nel 2016) convincendo contro una Mladenovic che finalmente dà qualche segnale di risveglio. Da una Kiki all’altra, da una Williams all’altra: la Bertens fa fuori Venus Williams, finalista della passata edizione che scivolerà fuori dalla top-10. Ha rischiato di complicarsi la vita l’olandese, quasi ripercorrendo la dolorosa sconfitta a Miami con tre match point a favore. Dall’altro lato della rete, “Venere” aveva ripreso anche questo match, dopo Larsson e Dulgheru, issandosi anche di un break in apertura di terzo prima di salutare il torneo sull’8-6. Rischia grosso ma si salva invece la Pliskova, a questo punto assieme alla Halep unica tra le prime dieci teste di serie ancora in gara. Tutto è più in bilico che mai sui verdi prati di Church Road.

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