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Wimbledon ha una nuova regina. Si chiama Ashleigh Barty e viene dall’Australia. Segni particolari? E’ numero uno al mondo e, probabilmente, la giocatrice più completa dell’intero circuito Wta. Basti pensare che ha conquistato uno slam sull’erba ed uno sulla terra rossa, mentre 11 delle 17 finali che ha disputato sono arrivate sul cemento. Ciononostante, per lei non è stata una passeggiata imporsi sui prati di Church Road. Nell’atto conclusivo contro Karolina Pliskova ha infatti faticato più del previsto, ma alla fine si è imposta al terzo set, come non accadeva in una finale femminile dal lontano 2012.
UNA FINALE PARTICOLARE – Avvio da incubo per la ceca, che ha perso i primi 14 punti e si è trovata in un batter d’occhio sotto 4-0. Fortunatamente la reazione è arrivata e le ha permesso di evitare un passivo particolarmente pesante. Il set però era ormai compromesso e perciò non ha potuto far altro che pensare al successivo. Le cose non sono andate tanto meglio visto che la sua avversaria è stata avanti di un break in ben due occasioni. Tuttavia un tie-break giocato in maniera terribile da Barty ha riportato in parità la situazione, regalando agli spettatori un terzo set inaspettato. A risultare decisive sono state la varietà nel gioco dell’australiana e le sue accelerazioni fulminee. Troppe imprecisioni ed errori gratuiti hanno condannato invece la Pliskova, quest’oggi poco aiutata anche dal servizio. Nonostante un po’ di tensione nel momento di chiudere, Barty ha conquistato la vittoria dopo due ore di gioco, mettendo in bacheca il torneo più prestigioso della carriera.
BARTY, STAGIONE DA INCORNICIARE – Secondo slam in carriera per la giocatrice aussie, che quest’anno era stata messa in difficoltà – di fatto – solo da Aryna Sabalenka. La bielorussa è stata però eliminata in semifinale proprio da Pliskova e dunque non c’è stato il quarto round di una rivalità piuttosto frequente negli ultimi mesi. Tuttavia Barty ha perso 6 match in stagione (di cui solo uno contro Sabalenka), perciò viene da chiedersi cos’altro sia accaduto. La risposta non è difficile: agli Australian Open, nel torneo di casa sua, ha accusato la tensione e la pressione, sprecando un vantaggio significativo nei quarti di finale. Un infortunio ha invece caratterizzato la sua stagione sulla terra battuta, costringendola al ritiro sia a Roma che a Parigi. A Wimbledon c’è stato poco spazio per tutto il resto: la nativa di Ipswich è salita in cattedra e, giocando come sa fare, si è laureata campionessa.
PLISKOVA, RIPARTIRE DA QUESTO TORNEO – Rimandata Karolina Pliskova, che sta ricalcando sempre più le orme di Caroline Wozniacki. Una carriera costantemente nelle posizioni di vertice del circuito Wta, con picchi al numero uno del mondo, ma quando si tratta di vincere tornei importanti ecco che sorgono i problemi. Per la ceca si tratta della seconda finale slam persa dopo quella nel 2016 a Flushing Meadows. Il ko odierno in sé non è particolarmente grave, nonostante una partenza inaccettabile per un evento di tale portata, visto il calibro dell’avversaria. Tuttavia più partite di questo livello si perdono e più è difficile sbloccarsi. E non è un caso che Pliskova non vinca un titolo da gennaio 2020, ma anche che abbia perso l’ultima finale, agli Internazionali BNL d’Italia 2021, per 6-0 6-0. Nel complesso, comunque, la giocatrice di Louny può ritenersi soddisfatta di queste due settimane. La speranza per lei è che possano essere un trampolino di lancio per una seconda parte di stagione ad alti livelli.
WIMBLEDON, IL TENNIS FEMMINILE RINGRAZIA – Il successo di Ashleigh Barty a Wimbledon fa bene anche all’intero movimento tennistico femminile. Dopo il Roland Garros, vinto a sorpresa da Krejcikova, le incertezze e i dubbi avevano infatti invaso il circuito Wta. Basti pensare che tutte e quattro le semifinaliste dell’Open di Francia non si erano mai spinte così avanti in uno slam. Una vittoria della prima testa di serie e della numero uno del mondo, dunque, non fa che restituire dei punti saldi ed anche un pizzico di credibilità al tennis femminile agli occhi del pubblico. Archiviata la stagione sull’erba, è tempo di ritornare brevemente sulla terra battuta prima della stagione sul cemento americano, che seguirà i tanto attesi Giochi Olimpici.
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