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È passato oltre un anno dall’ultimo incrocio in campo tra Carlos Alcaraz e Matteo Berrettini. Erano i quarti di finale di Rio de Janeiro, Alcaraz era pronto a lanciarsi in un 2022 stellare mentre per l’azzurro si trattò dell’inizio di un periodo difficile, che l’avrebbe tenuto lontano dai campi, dopo Indian Wells, per tre mesi. All’epoca, sulla terra brasiliana, vinse lo spagnolo, e tutti stavano già fantasticando su una nuova rivalità nel mondo del tennis tra il gigante romano e il giovanissimo campione di El Palmar. Ma il tennis non è prevedibile. Oggi, a distanza di una quantità di tempo che per questo sport fa la differenza tra diventare numero uno al mondo e ritrovarsi fuori dai primi trenta della classifica ATP, Carlos Alcaraz sfida ancora Matteo Berrettini. Questa volta a fare da teatro allo scontro è una superficie inedita: l’erba, la più importante al mondo.
Questa sfida significa anche confronto tra un giocatore imbattuto in carriera al Queen’s e due volte campione nel biennio 2021-22, Berrettini, e il suo successore, che quest’anno ha sollevato nello storico circuito inglese il primo trofeo erbivoro della carriera. L’azzurro in questo 2023 non è stato in grado di difendere il proprio titolo a Londra, e ha tutta l’intenzione di dimostrare che si è trattato solo di un incidente di percorso. A Wimbledon sarà una gara aperta, a prescindere dalla classifica dei due protagonisti, che prima del torneo interponeva tra di loro ben trentasette posizioni.
Carlitos ha superato tre turni alla propria portata contro Chardy, Muller e Jarry. Il terzo turno contro il cileno si è rivelato insidioso più del previsto, ma Alcaraz ha saputo gestire le proprie forze e ha sbrigato la pratica in quattro set e quattro ore di incontro. Cammino tortuoso e, tuttavia, brillante per Matteo che ha sconfitto Sonego, De Minaur e Zverev concedendo solo il primo set del proprio torneo. Una serie di vittorie non banale, soprattutto viste le premesse che avevano accompagnato l’ex numero uno italiano sui campi dell’All England Club. La partita contro il tedesco ha impressionato per il livello di tennis espresso, principalmente al servizio: una sola palla break fronteggiata, nel primo game del primo set, e una percentuale di punti sulla prima superiore all’85%. Tornando indietro, invece, quella contro De Minaur è stata una prova di forza che ha annichilito uno dei due finalisti al Queen’s, chissà che non riesca anche con l’altro.
Non c’è dubbio che a partire favorito sia Alcaraz. Lo spagnolo è un giocatore in fiduciae ha già ottenuto grandi risultati anche quest’anno. Partire da testa di serie numero uno gli ha consentito di gestire le proprie forze finora nel torneo. Tuttavia, vanno tenuti in conto dei fattori che potrebbero essere decisivi per il risultato. Innanzitutto, la voglia di riscatto di Berrettini: l’azzurro ha fame di vittorie, ha bisogno di risalire in classifica e sa che questo torneo è per lui un’occasione fondamentale per ritornare al livello che gli compete. Poi, l’attitudine erbivora dei protagonisti: Alcaraz ha vinto al Queen’s, è vero, ma non è ancora a proprio agio su questa superficie come lo è sulle altre. Matteo, invece, ha già disputato la finale di questo torneo e può sfruttare al massimo tutte le migliori armi che il proprio tennis gli mette a disposizione, sull’erba. Ultimo fattore è la condizione fisica: Berrettini non è al top, è vero, ma anche Alcaraz ha dimostrato al Roland Garros di soffrire ancora la durata di queste partite, e potrebbe cercare di attaccare subito per massimizzare lo sforzo. Sarà importante averla vinta alla lunga, per entrambi, e la programmazione come ultima sfida sul centrale potrebbe anche significare una seconda puntata nella giornata di domani.
Lo scorso anno lo spagnolo venne eliminato ai quarti da uno strepitoso Sinner, e quest’anno la speranza per noi italiani è che sia sempre una racchetta tricolore a impedire ad Alcaraz di arrivare in fondo, almeno per ora, al Major britannico. Berrettini c’è, è pronto a stupire ancora e ha bisogno di questi scenari per ritrovare la voglia di divertirsi e far divertire il pubblico. Su Carlos non serve dire molto altro: è sempre pronto ad azzannare le partite, non importa chi abbia di fronte. Sarà uno spettacolo, una bella prova per entrambi e, comunque vada, la speranza è che Matteo possa ripartire da qui per tornare grande.
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