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Gli occhi di tutta Italia saranno sulla prima semifinale tra Jannik Sinner e Novak Djokovic, nella speranza che il giovane campione azzurro possa mettere a segno una clamorosa impresa sul Centre Court di Wimbledon. Ma in questo penultimo atto della competizione londinese c’è anche un altro fenomeno di precocità che risponde al nome di Carlos Alcaraz. Chiaro, non esattamente una sorpresa ritrovarsi a questo punto del torneo il primo giocatore del seeding e numero uno al mondo ancora in corsa. Ma lo spagnolo di settimana in settimana sembra aggiungere sempre un qualcosa in più al suo arsenale tecnico, fisico e mentale. Contro Daniil Medvedev questo pomeriggio andrà a caccia della seconda finale slam della sua carriera e lo farà su una superficie dove di certo non ha poi giocato così tanto.
Eppure l’allievo di Juan Carlos Ferrero pare già un veterano dell’erba, come dimstrano le dieci vittorie messe in fila tra il Queen’s e questa edizione di Wimbledon. Set persi in totale? Tre. Il primo, all’esordio stagionale contro Rinderknech e nel corso dell’ultima settimana quelli contro Jarry e poi Berrettini. Un ruolino di marcia invidiabile e neanche Holger Rune ha potuto granché contro lo spagnolo che ha conquistato la vittoria numero 45 di questo 2023 iniziato tra l’altro solamente febbraio dopo l’infortunio al tendine del ginocchio che non gli ha permesso di disputare gli Australian Open. Dieci tornei giocatori e in nove occasioni ha raggiunto le semifinali, finendo per vincere cinque titoli su sei finali. Probabilmente l’unica grande delusione di questa prima parte di stagione risiede in quel match perso contro Djokovic nel penultimo atto del Roland Garros e conoscendo il classe ’03 avrà senza dubbio imparato qualcosa da quel match e non vede l’ora di poter avere l’opportunità di metterlo in pratica domenica, se dovesse esserci la finale tra le prime due teste di serie.
Oggi il suo avversario, però, si chiama Daniil Medvedev. Il russo, testa di serie numero tre del tabellone, ha dovuto fornire una prestazione ai limiti della perfezione per interrompere l’incredibile torneo di un Chris Eubanks che stava giocando su una nuvola. Una performance a dir poco solida nei momenti critici, in cui ha fatto affidamento in particolare sul proprio servizio, realizzando 28 ace nel match e conquistando l’89% dei suoi punti di prima di servizio negli ultimi due set necessari per completare la rimonta. Medvedev ha chiuso con 52 vincenti al cospetto di solamente 13 errori, dei numeri che testimoniano l’incredibile prova del suo avversario, arrivato a pochi punti dallo sconfiggerlo nonostante una partita giocata in questo modo dal vincitore degli Us Open 2021.
Abbastanza curioso che uno dei due precedenti giocati tra i due protagonisti del match odierno risale proprio a Wimbledon, edizione 2021. Vittoria netta ed inequivocabile in favore di Medvedev contro un Alcaraz che disputava il torneo per la prima volta da professionista dopo avervi partecipato da junior nel 2019 con scofitta nei quarti dallo statunitense Damm. Probabilmente, seppur su una superficie diversa, lo scontro diretto maggiormente significativo è quello risalente a pochi mesi fa ad Indian Wells. E in quel caso anche non ci fu partita, ma a favore di un Alcaraz dominante dal primo all’ultimo punto contro il quale qualsiasi soluzione cercata e provata dal nativo di Mosca non servì a nulla. Oggi ci si gioca di più, c’è una finale a Wimbledon in palio, ma il favorito resta Carlitos.
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