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La posta in palio si sta alzando notevolmente. Il day 5 del torneo di Wimbledon 2022, infatti, è dedicato al completamento dei terzi turni della parte alta del tabellone maschile e della parte bassa di quello femminile. Nella giornata di ieri è arrivato un altro forfait illustre per via del Covid-19 ovvero quello dello spagnolo Roberto Bautista Agut. Quest’ultimo si è andato ad aggiungere al gruppo di volontari (Marin Cilic e Matteo Berrettini), che ha deciso rispettabilmente di privilegiare la sicurezza di colleghi ed addetti ai lavori rispetto al proprio percorso ai Championships. Nonostante (purtroppo) le tante defezioni, rimangono immutati i motivi d’interesse per un evento che quest’oggi vedrà disegnati i primi ottavi di finale. Andiamo a scoprire nel dettaglio cosa tenere d’occhio in questo day 5 a Wimbledon.
RIMUOVERE IL RICORDO DAVIS – Tra Jannik Sinner ed il primo ottavo di finale a Wimbledon (il sesto in carriera a livello Slam) c’è ‘Long John’ Isner. L’altoatesino vincendo può diventare il secondo italiano di sempre dopo Matteo Berrettini a raggiungere il quarto turno in tutti e quattro i tornei Major. Il successo su Stan Wawrinka all’esordio lo ha sbloccato, quello sullo svedese Mikael Ymer gli ha dato ulteriore consapevolezza di poter essere più che incisivo su una superficie che all’inizio guardava con diffidenza, quasi paura. Poteva trovarsi di fronte Murray ed un Centre Court stracolmo. Ed invece ‘Sir Andy’ si è dovuto lui inchinare di fronte al bombardiere americano, che alla solita carrellata di ace (36) ha abbinato una clamorosa percentuale realizzativa nei pressi della rete (42/60).
Vietato dunque per l’azzurro pensare all’ultimo precedente disputato contro lo statunitense. Quel 6-2 6-0 firmato lo scorso ottobre in Davis Cup a Torino. Era un altro Isner, stanco, scarico, svuotato di energie al termine di una stagione dispendiosa. Tutto il contrario di quello a cui stiamo assistendo a Londra in questi giorni. Decisiva, neanche a dirlo, sarà la risposta di Jannik alle bordate di servizio dell’avversario, che fino ad ora è il miglior battitore dell’intero torneo con novanta ace. Il Campo è il numero 2, Sinner ed Isner sono il terzo incontro a partire dalle 12:00 italiane, in palio un possibile ottavo da sogno contro Alcaraz: si entra nel vivo.
C’È PURE LUI – Era arrivato a Wimbledon con lo sguardo cupo ed una vistosa fasciatura sul gomito destro. I sorrisi e la spensieratezza dei primi giorni al Roland Garros, torneo in cui da molti era dato per favorito, sembravano un ricordo lontano. Eppure adesso ne abbiamo finalmente la certezza: all’All England Club è presente anche Carlos Alcaraz. Inutile sottolineare l’importanza di quei cinque set giocati con il tedesco Jan Lennard Struff all’esordio. Un match clamorosamente trascinato dalla sua parte nonostante abbia avuto costantemente l’acqua alla gola.
Gli è bastato questo per recuperare il suo consueto spirito di demolizione. Si è potuto evincere dal cinismo mostrato al secondo turno contro un tennista molto in forma come l’olandese Tallon Griekspoor. Adesso sul proprio cammino c’è un altro spilungone teutonico ovvero Oscar Otte, giocatore capace di raggiungere il penultimo atto sia a Stoccarda sia ad Halle. In quei casi ci sono volute le migliori versioni di Berrettini e Medvedev per frenarlo. Il match con Carlitos è programmato come terzo sul Court 1 e tra i due non ci sono precedenti da registrare. Sarà una partita molto simile a quella disputata con Struff per lo spagnolo, che dovrà stare bene attento ai colpi d’inizio gioco dell’avversario. Quando recupera quel ghigno da liceale, tuttavia, per nessuno è certamente un buon segno.
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NUMERI IMPIETOSI – Il derby tra Novak Djokovic e Miomir Kecmanovic (secondo match di giornata sul Centre Court) è uno dei terzi turni più interessanti del tabellone maschile. I due si dovevano incontrare all’esordio degli Australian Open lo scorso gennaio, prima che Nole venisse espulso dal Paese per via delle note vicissitudini relative al Covid-19. Negli ultimi due anni si sono incrociati ai quarti di finale di Belgrado (terra rossa). In entrambi i casi ad imporsi è stato il numero tre del mondo. Lo scorso fine aprile il classe 1996 è riuscito persino a vincere il primo set prima di subire l’inesorabile rimonta del più quotato connazionale. C’è da dire, però, che si trattava di un Djokovic ancora in ripresa sia tecnica sia fisica. Era inoltre reduce dal capitombolo del Principato contro lo spagnolo Davidovich Fokina.
I numeri sono impietosi per Kecmanovic. Nole, infatti, nei suoi trentuno head to head con tennisti serbi, è riuscito a prevalere in ben ventisette occasioni (ultima sconfitta nel 2012 contro Janko Tipsarevic a Madrid). Per non parlare della superficie. Nonostante la finale raggiunta ad Antalya tre anni fa, è quella meno congeniale per esaltare il gioco del numero trenta del mondo. Infine mettiamoci anche che Djokovic sembra aver dimenticato in fretta i dubbi manifestati contro il sudcoreano Kwon soon-woo al primo turno. Riguardarsi attentamente la replica della sua ultima uscita con l’australiano Thanasi Kokkinakis per averne le prove.
FEMMINILE: MATCH DA CERCHIARE – Terzo turno sulla carta morbido per la grande favorita di quest’edizione di Wimbledon. Per la tunisina Ons Jabeur, infatti, c’è la francese Diane Parry. Quest’ultima ha sorpreso tutti qualche settimana fa al Roland Garros andando a buttare fuori la campionessa uscente Barbora Krejcikova. Di fronte all’arsenale tecnico di cui dispone la numero due del mondo, tuttavia, servirà un’impresa. Sembra avere la strada spianata verso la seconda settimana anche la greca Maria Sakkari, che finora ha potuto beneficiare di un tabellone avaro d’insidie. La tedesca Tatiana Maria, nonostante l’erba e dei valori tecnici degni di nota, appare un po’ inconsistente per frenarne l’urto. Chi invece può rischiare qualcosa è la lettone Jelena Ostapenko, presentatasi all’All England Club dopo la finale ottenuta ad Eastbourne.
La rumena Irina Camelia Begu, infatti, è giocatrice vera e soprattutto ha quel vizio di esaltarsi nei grandi palcoscenici che la rende un’assoluta mina vagante. Già a Parigi ha conquistato il quarto turno, un obiettivo che qui a Wimbledon dista appena una partita. Infine merita un commento anche la tedesca Angelique Kerber. Per lei vale lo stesso discorso fatto per la rumena Simona Halep. In quanto ex campionessa e data l’imprevidibilità della superficie, una puntatina per la vittoria finale la merita anche lei. La teutonica è forse una di quelle che sta avendo il tabellone più complicato. Dopo le ottime vittorie riportate rispettivamente contro la francese Mladenovic e la polacca Linette, infatti, adesso c’è il duro ostacolo rappresentato dalla belga Elise Mertens.
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