L’edizione di Wimbledon più insolita di sempre ha preso ufficialmente il via sui campi in erba dell’All England Club. E centra in minima parte il fatto che Roger Federer non sia ai nastri di partenza dopo ventidue partecipazioni consecutive. Messa al bando di russi e biellorussi, assenza di punti da difendere, montepremi da capogiro, introduzione del super tie-break al quinto set, accantonamento del Middle Sunday, infatti, i principali elementi che hanno incendiato il dibattito alla vigilia dei Championships.
Per non parlare della mancanza dei numeri uno e due del tabellone maschile, un evento che non si verificava dall’introduzione del ranking Atp nel 1973. Senza Medvedev (out perchè russo) e l’infortunato Zverev, sono comunque tanti i fattori d’interesse di una manifestazione che mai potrà perdere la propria sacralità. Andiamo ad osservare nel dettaglio le cose più importanti che ci ha riservato il Day 1 di Wimbledon, in cui due interruzioni per pioggia hanno impedito il completamento del programma.
NOLE PERDE UN SET – La difesa del titolo di Novak Djokovic è cominciata in maniera per certi versi sorprendente. Il serbo, infatti, dopo aver rimontato un break di ritardo nel primo set, ha lasciato addirittura il secondo al sudcoreano Kwon Soon-woo. Il numero tre del mondo ci ha messo un po’ per trovare i giusti automatismi all’erba di Wimbledon. Tralasciando l’esibizione di Hurlingham, non disputava un match ufficiale dai quarti di finale al Roland Garros persi contro Rafael Nadal. Già dal suo volto si capisce che questa è un’edizione molto significativa per lui, che da queste parti ha vinto sei volte e perso una finale.
Vincendo quest’anno raggiungerebbe i sette trofei eguagliando William Renshaw e Pete Sampras al secondo posto nella lista dei massimi campioni (il primo è Federer con otto). Nole, inoltre, non ha nascosto il timore che questo possa essere l’ultimo Slam Stagionale. Almeno stando ad oggi, negli Stati Uniti non potrebbe entrare da non vaccinato per disputare gli US Open. Extra motivazioni, dunque, per fare particolarmente bene a Londra. Contro l’australiano Kokkinakis, però, servirà una versione migliore di quella opaca vista in scena oggi.
ITALIA – Si è chiuso con un bilancio negativo (2-3) il day 1 di Wimbledon per i colori azzurri. Alle sconfitte di Andrea Vavassori, Fabio Fognini e Martina Trevisan, hanno risposto i successi di Jannik Sinner ed Elisabetta Cocciaretto, che ha battuto proprio Martina nel derby. Particolarmente importante la vittoria dell’altoatesino in quattro set su Stan Wawrinka. L’azzurro, infatti, ha posto il primo sigillo in carriera sull’erba al settimo tentativo. Poco importa se lo ha fatto contro un avversario vistosamente in fase calante soprattutto negli ultimi due set.
Sarà fondamentale in vista dei prossimi turni su una superficie che può dare tantissimo al gioco di Jannik. Prima vittoria ai Championships anche per la marchigiana, aiutata da una giocatrice apparsa lontana parente di quella ammirata al Roland Garros. Martina non è entrata in partita sin dall’inizio sbagliando tantissimo soprattutto con il suo colpo forte ovvero il dritto. Stupisce in maniera particolare l’andamento del secondo parziale, chiuso addirittura per 6-0 da Cocciaretto.
HURKACZ SCUOTE IL TABELLONE MASCHILE – La sorpresa di giornata tra gli uomini è stata certamente l’eliminazione del polacco Hubert Hurkacz, semifinalista lo scorso anno e recente vincitore ad Halle. Nella partita degli sprechi si è arreso al super tie-break contro un indomito Alejandro Davidovich Fokina, che ha buttato la partita nel terzo set salvo poi riacchiapparla in extremis. Per il resto hanno vinto praticamente tutti i favoriti della vigilia. Impressionante la vittoria di Carlos Alcaraz in cinque set contro un big server erbivoro come Jan Lennard Struff.
Il numero sette del mondo non è uno dei favoriti a Wimbledon a differenza di un mese fa a Parigi. Non è nemmeno in condizioni fisiche ottimali visto che si sta allenando con una vistosa benda al gomito destro. Successi come questo, tuttavia, non fanno che confermare tutte le qualità di un ragazzo di una maturità imperiale. Al secondo turno anche Casper Ruud, che ha rimediato al capitombolo fatto al Queen’s contro la wild card locale Peniston. Avanti, infine, Andy Murray. Quest’ultimo in un Centrale bollente ha fornito forse una delle sue migliori versioni su erba degli ultimi anni contro l’ostico australiano James Duckworth.
CAPITOLO DONNE – Anche nel tabellone femminile non ci sono state uscite particolarmente altisonanti. Ons Jabeur, qualora ce ne fosse bisogno, ha ribadito di essere una delle prime favorite della manifestazione contro la qualificata svedese Bjorklund. Lo è non tanto per il momento di forma (ha appena vinto Berlino) quanto per un gioco che si adatta alla perfezione all’erba di Wimbledon a differenza di molte delle sue colleghe. Avanti anche l’idolo di casa Emma Raducanu, che proprio un anno fa si rivelò al tennis che conta arrivando fino alla seconda settimana.
La britannica è venuta a capo di un esordio molto difficile contro la belga Van Uytvanck, giocatrice imprevedibile sui prati e reduce dal successo di Gaiba in finale su Sara Errani. Bene anche un ex campionessa come la tedesca Angelique Kerber e l’estone Anett Kontaveit, chiamata a rifar si dopo un ultimo periodo non proprio florido a livello di risultati. L’eliminazione più impensabile è stata quella della brasiliana Beatriz Haddad Maia. Qualcuno la dava anche tra le principali candidate alla vittoria dopo i due titoli consecutivi a Nottingham e Birmingham e la semifinale di Eastbourne. La sudamericana, arresasi contro la giovane slovena Juvan, ha forse pagato i troppi impegni ravvicinati delle ultime settimane.