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Wimbledon è ancora nel segno di Novak Djokovic. Ai Championships vige ancora la legge del serbo, al quarto titolo consecutivo (escludendo l’edizione del 2020 non disputata per covid) e al settimo in carriera sui prati dell’All England Club. In finale, Nick Kyrgios si arrende in quattro set dopo 3 ore e 1 minuto di gioco: 4-6 6-3 6-4 7-6(3) il punteggio finale che permette a Nole di accorciare su Nadal, a -1 dalla classifica all time negli Slam e staccando Federer, fermo a quota 20.
PRIMO SET – Kyrgios non sa cosa sia la tensione, un bello sbadiglio prima di imboccare il corridoio verso il Centre Court e poi subito in partita per riconquistare una buona fetta di pubblico dopo qualche ‘buu’ piovuto dalle tribune nei giorni precedenti. La pressione è sulle spalle del 20 volte campione Slam, che paga a caro prezzo un passaggio a vuoto sul 2-2. Kyrgios si issa sul 15-40, non può nulla sulla prima palla break ma sulla seconda incassa di buon grado un doloroso doppio fallo del serbo. Nick inizia a macinare sul servizio, tre turni consecutivi a zero per issarsi sul 5-4, quando viene posto davanti al primo esame del pomeriggio: Djokovic, senza strafare, si porta sul 40-40 ma poi può solo applaudire. Servizio vincente ed ace, Kyrgios chiude sul 6-4.
SECONDO SET – Così come con Sinner e con Norrie, però, il numero 1 del tabellone riesce a scuotersi. Primo momento chiave del match sull’1-1 30-30 quando vince uno scambio da 23 colpi e un altro da 19 con tanto di smorzata. E nel game successivo arriva anche il break, consolidato sul 4-1. Kyrgios si tiene in scia e si regala un’ultima occasione per rientrare sul 5-3, quando firma un gran punto tra un doppio fallo e un errore di dritto di Djokovic. Dallo 0-40, però, il serbo riemerge e annulla una quarta palla break ai vantaggi, prima di pareggiare il conto dei parziali e provocare i primi monologhi dell’australiano verso il proprio box.
TERZO SET – Il vento sul Centre Court pare essere cambiato, sull’orlo del cornicione Kyrgios resiste nel primo game e si aggrappa al servizio per far gara di testa. La testa, però, è ciò che tradisce l’australiano. A metà frazione le prime discussioni con il giudice di sedia, il warning per qualche parolina di troppo a causa dei disturbi dagli spalti tra prima e seconda palla mentre dall’altro lato della rete Djokovic non fa una piega e ribatte colpo su colpo, sino al 4-4. Mentre il set sembra veleggiare verso il tie-break con Nick avanti 40-0, qualcosa si rompe nel suo tennis: Nole risale e mette pressione sul 40-40, prima un doppio fallo e poi un rovescio a mezza rete. Kyrgios sbraita verso il suo angolo, reo a suo parere di essersi rilassati troppo. Djokovic, invece, non conosce pause: sul 5-4 resiste a due bordate in risposta e va avanti due set a uno.
QUARTO SET – Un toilet break del detentore del titolo dà modo a Kyrgios di sbollire un po’ di rabbia seduto in panchina, al rientro in campo Nick ritrova fluidità al servizio e si affida a questo per risolvere le potenziali situazioni di pericolo al punteggio. Djokovic è il solito metronomo, inavvicinabile nei propri turni: sino al decimo game, l’unico punto perso è un doppio fallo. Un po’ di tensione si fa sentire anche nel braccio di Nole, che però al tie-break innesta il pilota automatico e non sbaglia più. In un lampo si issa sul 6-1, poi sfrutta il terzo match point utile e può festeggiare. A suo modo, mangiando l’erba del centrale come da tradizione.
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