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6 Luglio 2008, finale di Wimbledon. Siamo sul prestigioso Center Court ed a contendersi il titolo più celebre di questo sport ci sono Roger Federer e Rafael Nadal. Il primo è un ventiseienne di Basilea che in pochi anni ha già cancellato tantissimi dei record mondiali, vinto 12 majors, di cui 5 titoli consecutivi sui prati più celebri d’Inghilterra. Il secondo è un ventunenne di Manacor che cerca insistentemente il primo titolo lontano da Parigi, dove ha invece trionfato già 4 volte.
Ne vien fuori una partita che a detta di molti, appassionati e non, raramente si è vista su di un campo da tennis. Alla fine vince Nadal in cinque set dopo pioggia, sospensioni, vincenti, errori, lacrime e sorrisi e per molti questa vittoria potrebbe assomigliare ad un passaggio di consegne. ‘Il diavolo’ Rafa che batte ‘il divino’ Roger sul suo prato, davanti agli occhi sorpresi di Sampras e di Borg, che già vedevano andare in frantumi i loro strepitosi record all’ All England Club’.
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11 Luglio 2019, semifinale di Wimbledon. Son passati poco più di 11 anni e quei ragazzi di 26 e di 21 anni sono diventati uomini di 37 e 32 anni. E come canta Vasco, “Sono ancora qua. Eh già”. Sono 20 i Majors dell’elvetico, 18 quelli del maiorchino, ma a sorprendere non sono soltanto le vittorie che continuano ad aggiungersi ad un palmares che ormai è diventato incommensurabile, ma la capacità di reinventarsi, ora dopo ora, allenamento dopo allenamento, per migliorare un tennis che si avvicina tantissimo alla perfezione. Pensate a Rafa, che prima del 2018 non raggiungeva la seconda settimana di Wimbledon dal 2011, anno in cui perse in finale con uno strepitoso Novak Djokovic. Il mancino di Manacor si è riscoperto negli ultimi 12 mesi splendido giocatore da erba, precisissimo al servizio, aggressivo, votato all’attacco e con i piedi più vicini alla riga in risposta. Un solo set perso in quest’edizione, contro un Nick Kyrgios stranamente con la testa sul match, smagliante forma fisica ed al solito, una grande, grandissima voglia di sollevare la coppa più bella che c’è. Ma tra Nadal ed il suo 19esimo sigillo Major c’è innanzitutto lo scoglio Roger Federer e poi con ogni probabilità quello ancor più grande, che si chiama Novak Djokovic. Ma parliamo di Roger, che ieri ha siglato la sua 100esima vittoria sull’erba londinese, seppur sporcata da un parziale ceduto ad un coraggioso Kei Nishikori. Sono buone le condizioni del campione di Basilea, meno forse quelle del campo centrale, che avrebbe preferito di certo più rapido e confacente alle sue caratteristiche di attaccante. È vero che un mese fa sulla terra Nadal lo ha cucinato a dovere, è altresì vero che l’ultima sull’erba è andata sempre al maiorchino, ma non abbiamo ancora visto il ‘nuovo Federer’ contro il ‘nuovo Nadal’ a Wimbledon.
Abbiamo ancora negli occhi la finale di 11 anni fa, con lo svizzero che perdeva campo e punti sulla diagonale del suo rovescio, da sempre il suo tallone d’Achille. Ma il ‘pelide’ Roger sembra aver colmato anche questo lieve difetto tattico. Che non sia allora Nadal a prendere la rete più spesso per accorciare gli scambi?
Tanti punti interrogativi, una sola certezza. Domani chi ha un biglietto al Centre Court e chi può prendere qualche ora di ferie per guardare questi due fenomeni è un privilegiato.
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