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Non è un sogno. E non ci assomiglia neppure. La prima volta nella seconda settimana di uno Slam, a Wimbledon 2019, è pura e tangibile realtà per Matteo Berrettini. Le premesse per non recitare la parte della comparsa all’“All England Club” c’erano tutte: il tennis espresso dal romano nelle scorse settimane, che gli ha fruttato un titolo a Stoccarda ed una semifinale a Halle, facevano sperare addetti ai lavori ed appassionati.
Ma tra il dire e il fare…c’erano di mezzo Bedene, Baghdatis e Schwartzman. Il torneo di Matteo è cominciato con una rimonta tanto bella quanto non scontata contro il britannico. Aljaz su erba non è di certo il primo arrivato, ma il ragazzone di Roma ha saputo rimontare un set e un break di svantaggio con la solita calma che lo contraddistingue. Al secondo turno si presentava il veterano Marcos Baghdatis, all’ultimo torneo della sua gloriosa carriera. E anche in quest’occasione Matteo ha saputo gestire i pochi momenti difficili del match, sfruttando la netta superiorità fisica e tennistica del momento. E arriviamo a ieri, una delle partite più belle della giovanissima carriera di Berrettini, contro un grande Diego Schwartzman. L’argentino ha mostrato una condizione fisica invidiabile e una padronanza della superficie che in pochi si sarebbero aspettati. In grado di rispondere molto bene alle sassate dell’azzurro, appariva netta la sua superiorità negli scambi da fondo per quasi la totalità dei primi 2 set. E il capolavoro di Berrettini è stato saper trovare le chiavi tattiche per stanare la regolarità di Diego. L’utilizzo del back, quasi sistematico negli ultimi due sets, le discese a rete sempre più convinte e la freddezza incredibile nei momenti decisivi del match hanno piegato le resistenze di un tignoso lottatore come Diego Schwartzman.
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Settimana incredibile dunque per il romano e dopo la classica prima domenica di riposo c’è il regalo più bello. Si chiama Roger Federer. Lo svizzero si presenta alla seconda settimana del suo Slam prediletto dopo aver perso un set contro il sudafricano Lloyd Harris al primo turno, ma ha rischiato di perdere un parziale anche nelle due partite successive contro Clarke e Pouille. Il tennis espresso dall’elvetico non è stato continuo e brillante come spesso ha mostrato nelle prime uscite erbivore, pur senza esagerare ovviamente. Nella giornata di ieri ha pur sempre domato in tre parziali un giocatore come Pouille, che in giornata sa essere molto insidioso, maggiormente sulle superfici rapide.
Cosa ci si può aspettare da Federer-Berrettini? Non si può di certo prescindere dal valutare le condizioni fisiche dell’italiano. I 280 minuti spesi in campo contro Schwartzman, seppure con la domenica di riposo di mezzo, potrebbero farsi sentire, soprattutto qualora la partita dovesse allungarsi. Per quanto concerne le chiavi tattiche del match, sarà interessante capire quante volte Matteo avrà la forza e l’intensità di spostarsi a colpire il dritto dal lato sinistro sui velenosi back di Roger. Ed ancora quanto il laziale saprà variare con il suo back di rovescio, che ieri ha incartato più volte Diego. Dalla parte di Roger sarà ovviamente importante rispondere bene alle prime di Matteo, la cui percentuale dovrà essere importante affinché la partita possa andar per le lunghe.
Insomma, senza lasciarsi andare a facili entusiasmi, se le gambe di Berrettini dovessero reggere, la partita per l’otto volte campione di Wimbledon non sarà scontata. Di fronte c’è un giocatore che, oltre ad esprimere il miglior tennis della sua giovane carriera, ha tutta la fiducia e la spensieratezza necessaria per regalare al pubblico londinese un ottavo di livello. Non resta che metterci comodi e goderci lo spettacolo.
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